giovedì 18 dicembre 2008

Campagna nazionale della Cgil: "Stesso sangue. Stessi diritti"

Ha un impatto visivo e comunicativo forte la campagna di comunicazione della Cgil per dire no al razzismo e alle tendenze xenofobe che pericolosamente stanno attraversando il paese. Presentata alla stampa dal Segretario Generale Guglielmo Epifani e dalla Segretaria confederale Morena Piccinini, ha per titolo: “Stesso sangue, stessi diritti”.

Quattro ‘segni’ dell’essere uomo, uguali in tutti gli uomini, i simboli scelti: sangue, lacrime, sudore e sorriso, a testimoniare l'uguaglianza razziale e la speranza in una società interculturale e rispettosa delle differenze.

Fabio Ferri, ideatore della campagna, ha unito immagini di valore anche estetico a slogan efficaci, rovesciando l’immagine tradizionale che vuole l’immigrato “brutto sporco e cattivo”, e anzi sfumando le diversità, confondendo i piani. Rispolverando anche i luoghi comuni tante volte rivolti agli italiani: “tutti mafiosi, imbroglioni, sporchi mangiaspaghetti” e ricordando che “il razzismo è il luogo comune dove tutti gli stupidi si incontrano”.
A significare, come ha sottolineato Morena Piccinini, altrettante rivendicazioni di eguaglianza nel campo dei diritti civili e di cittadinanza; in quello del lavoro, della prevenzione e della sicurezza; nel welfare e nei diritti sociali; e anche nella legittima aspirazione di ogni essere umano alla gioia, alla felicità, al benessere.

Obiettivo della campagna è quello di rivolgersi a tutti, dalle istituzioni ad ogni singolo cittadino, per un impegno individuale contro il razzismo. Un invito ai giovani, lavoratori, pensionati e rappresentanti delle istituzioni ad impegnarsi individualmente. Perché, come ha detto Guglielmo Epifani, che ha ringraziato il Presidente della Repubblica per il suo appello a valorizzare gli immigrati, “non basta definirsi non razzisti, c’è bisogno di un’affermazione e di un impegno in positivo”.

Un messaggio, dunque, rivolto a tutti, anche al mondo del lavoro, perché ovunque si annidano tendenza xenofobe, che potrebbero accentuarsi in questa fase di crisi. Non a caso tra le proposte anticrisi della Cgil c’è la richiesta al governo di sospendere per due anni la Bossi-Fini, affinché gli immigrati non sopportino due volte il peso della recessione, prima con la possibile disoccupazione e poi con l’espulsione, con effetti oltretutto dannosi sull’economia del nostro Paese. Così come è necessario dare corso a tutte le domande che corrispondono ai requisiti richiesti e regolarizzare quelli che già lavorano in nero, in condizioni di ricattabilità e di grave sfruttamento ad opera dell’economia sommersa. Come? con percorsi di regolarizzazione del lavoro per sconfiggere la clandestinità e per rendere legale la nostra economia e sanare la nostra società.

La campagna, veicolata anche da uno spot radiofonico, si articolerà in varie iniziative sul territorio, perché possa essere “esplicita e positiva” nell'affrontare il tema dell'uguaglianza delle persone, come ha spiegato il segretario generale della Cgil. Simbolica, anche la scelta della chiusura della campagna: il 21 marzo prossimo, nella Giornata Internazionale contro il Razzismo.

Scarica il documento politico

mercoledì 10 dicembre 2008

Sciopero generale di Venerdì 12 dicembre: le motivazioni

Perché lo sciopero generale?

QUADRO GENERALE

Nel 2008 la tassazione sul lavoro dipendente (diretta e indiretta) ha portato 13-14 miliardi di euro in più nelle casse dello stato (dati Agenzia delle entrate), la manovra del governo stanzia appena 2,4 miliardi a sostegno del lavoro dipendente.

La situazione è gravissima: abbiamo una previsione di almeno 700.000 posti di lavoro persi nel 2009 (almeno 350.000 già nel 2008) e sono soprattutto lavoratori precari. Precari della pubblica amministrazione e del privato, senza conntare la probabile chiusura di molte aziende.

Le politiche redistributive sono ridicole e si basano sulla detassazione dei premi di produttività, quando a parità di potere d’acquisto i salari in Italia sono calati di 150-200 euro negli ultimi 15 anni (è un’elaborazione di attivisti della CGIL dell’STAT), per effetto dell’inflazione e della politica di concertazione che ha fatto fare i sacrifici sempre ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, rinunciando ad aumentare paghe e pensioni in maniera sufficiente per tenere dietro all’aumento del costo della vita.

In questa fase non ha aiutato l’atteggiamento dei vertici di CISL e UIL che hanno firmato contratti nazionali al ribasso come il contratto sul commercio di settembre, diversi protocolli di intesa peggiorativi come con gli artigiani, il protocollo sul pubblico impiego del 30/10 e che assieme ad altre sigle sindacali hanno accettato fumose promesse in cambio della pace sociale: CISL UIL, UGL e CONFSAL hanno infatti ritirato lo sciopero del 14 novembre. Una scelta che francamente ci lascia di stucco.
Ovviamente è necessario continuare il dialogo con tutti i soggetti sindacali, per cercare di persuaderli che affidarsi a vaghe promesse non può essere una linea politica saggia.
Dobbiamo pretendere che la nostra voce venga ascoltata e che venga data una risposta seria ai problemi del paese e dei nostri posti di lavoro.

LEGGE 133…

Tutti noi siamo ormai informati sugli effetti della legge 133: tagli a Scuola (8 miliardi), Università (1,5 mld.), Sanità (5 mld.) ed enti locali (3 mld.).

In sostanza si colpisce tutto il sistema pubblico nella sua funzione primaria, quella cioè di garantire i diritti di tutti attraverso i servizi, sostenuti dal bilancio dello stato.

Questi servizi scadranno inevitabilmente di qualità, diventeranno più cari (ad esempio reintroduzione o aumento dei ticket) oppure verranno semplicemente affidati al settore privato.
In sostanza si tratta di un attacco allo stato sociale, che è il mezzo con cui oggi si garantiscono alcuni diritti costituzionali.

Limitazione dei provvedimenti sull’evasione fiscale: è logico, se non serve più finanziare il sistema pubblico non serve nemmeno evitare l’evasione.

Intervento sulle vertenze del lavoro. In questa maniera sono saltati migliaia di ricorsi di lavoratori di tutti i settori: e il governo ha avuto la faccia tosta di dichiarare che colpiva solo quelli delle Poste. Ma anche se così fosse, questo intervento retroattivo ha negato dei diritti a migliaia di persone, e il motivo era che non si può privatizzare un’azienda che rischia di dover assumere migliaia di precari per ottemperare a delle sentenze dei tribunali.

…e LIBRO VERDE SUL LAVORO

E’ il documento scritto da Sacconi e Cicchitto, che definisce gli obbiettivi di questo governo in merito al lavoro, inteso come mercato del lavoro e diritti dei lavoratori.

In sostanza si vuole rendere il lavoratore del tutto dipendente dalle necessità dell’impresa, spogliarlo di alcune tutele fondamentali, impedendo perfino alla magistratura di intervenire nei casi più clamorosi, stabilendo che se il lavoratore ha accettato un certo tipo di contratto a perdere, quel contratto è valido, anche se è peggiorativo rispetto al contratto nazionale di riferimento.
Se passa questo progetto saremo in balìa dei datori di lavoro, ricattabili in qualsiasi momento, tanto più quanto più precarie saranno le nostre condizioni di partenza (lavoratrici madri, lavoratori a fine carriera, immigrati, disoccupati: gli esempi sono numerosissimi).

Si ipotizzano provvedimenti contro i diritti sociali e del lavoro:
malattia, si è cominciato dai dipendenti pubblici, si passerà ben presto a quelli del privato.
C’è l’intenzione di ridurre i diritti sanciti dalla legge 104, che prevede dei diritti per le famiglie che assistono a familiari disabili.
Sul diritto di sciopero, che sarà sempre più limitato nei tempi e nei modi.
Sui diritti sindacali: si vogliono tagliare diritti in merito ai permessi sindacali e ai distacchi. Chi sarà disposto a spendersi in prima persona per difendere i diritti dei lavoratori, se dovrà rimetterci ore di paga o praticamente svolgere un secondo lavoro?

Queste idee hanno forse a che vedere con la crisi?
Cosa c’è dietro?

L’unica cosa sicura è che si vogliono tutelare i diritti dell’azienda, mentre il lavoratore deve diventare una variabile dipendente dal profitto dell’azienda stessa.
Deve accettare qualsiasi condizione gli venga imposta, perché non ci sarà più un sindacato che può tutelarlo, non potrà farlo nemmeno la magistratura.

Ostacoli alla sicurezza sul lavoro: modificare la L. 81 sulla sicurezza sul lavoro, per svincolare le imprese dalle loro responsabilità, alleggerendo le pene e gli obblighi di verifica.

SOCIAL CARD

Umiliante e insufficiente (1,33 euro al giorno per i redditi inferiori a 6000 euro all’anno).
Si ritorna all’idea di beneficenza, che interviene in maniera caritatevole a posteriori e in maniera insufficiente, mentre si cancella lo stato sociale, che prevene i disagi sociali.

In generale i riferimenti di fondo si spostano da universali (diritti riconosciuti dallo stato) a riferimenti di “gruppo” o addirittura “individuali” (rispetto all’azienda, al fondo pensionistico privato, agli accordi di settore).

La stessa distribuzione dei pochi soldi previsti è fatta ad arte: sono tutti provvedimenti per il 2009, nella speranza di sopire il disagio: si risparmia sulla nostra pelle oggi, per avere un po’ di risorse domani da spendere sotto campagna elettorale.
In ogni provvedimento c’è qualche briciola destinata a mantenere il consenso, tattica intelligente, ma sbagliata perché non serve ai bisogni reali delle persone e del paese in generale.

La CGIL ha presentato una serie di proposte per evitare che la crisi colpisca i lavoratori dipendenti e i pensionati e per cercare di rilanciare l’economia in base a quello che serve al paese. Questa proposta prevede una spesa di 23 miliardi di euro in due anni.

L’interlocutore è il governo, perché solo il governo (e il parlamento) può varare le misure necessarie ad evitare il peggio, in quanto è il governo a gestire la politica economica generale.

Alcune richieste avanzate dal sindacato sono state accettate, anche grazie agli scioperi di questi mesi: è stata abolita la detassazione degli straordinari, si è prevista la rimodulazione dei mutui a tasso variabile, ma non basta.

La CGIL ha effettuato un analisi sul merito di questi provvedimenti ed ha formulato delle critiche e delle proposte di merito.
Cosa prevede la piattaforma?

1)SOSTEGNO FINANZIARIO ALL’OCCUPAZIONE,per non perdere posti di lavoro e chiudere aziende, con particolare riguardo ai precari

2)SOSTEGNO DEL REDDITO, per pensioni e salari, perché ormai questi salari e queste pensioni non bastano più. E’ necessario far ripartire la domanda interna dei consumi, e lo si può fare detassando il lavoro dipendente a partire dalla paga base.
La detassazione prevista dal governo è limitata al 2009, partirà da febbraio/marzo ed è in forma una tantum.

3)SOSTEGNO ALLE IMPRESE, ma non a pioggia, bensì sostenendo quelle imprese che innovano i prodotti, riorganizzano i cicli produttivi e che mantengono i posti di lavoro.

4)INFRASTRUTTURE. Vanno potenziate, con interventi strutturali su ferrovie, trasporti pubblici e strade, evitando però sperperi ingiustificati come il ponte di Messina, o la TAV: si ammodernino piuttosto le linee già esistenti e il parco macchine, aumentando i convogli e cercando di decongestionare il traffico su strada.

5)SONO NECESSARI 30 miliardi per il sistema di tutele sociali, dai servizi sanitari agli ammortizzatori sociali. Basti dire che per la Cassa Integrazione sono stati stanziati solo 600 milioni di euro, quando si prevede che i cassaintegrati aumenteranno nel numero e per il periodo di cassa. I 1300 euro di bonus per i precari disoccupati sono un vero e proprio schiaffo.

6)VANNO RITIRATI TUTTI I TAGLI PREVISTI PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Recuperare gli sprechi è necessario, ma le risorse così risparmiate devono essere reinvestite nel settore e non essere utilizzate per fare cassa. QUALSIASI RIFORMA IN MERITO non può essere fata a costo zero e deve essere fatta ascoltando le necessità di chi lavora nel settore e dei cittadini che sono utenti dei servizi pubblici. Quanto fatto fino ad oggi è ammantato da demagogia e punta a rendere completamente inefficiente l’amministrazione pubblica.

Queste sono le proposte della CGIL, su queste proposte il governo ha rifiutato il confronto. Ha invece convocato 36 associazioni di categoria e sindacali in un incontro di un’ora durante il quale ha illustrato i suoi provvedimenti: prendere o lasciare. Prassi adottata (quella degli incontri lampo) anche con l’università.

C’è la necessità di cambiare rotta, bisogna impegnare il governo a fare scelte più radicali e non ideologiche perché è questa la necessità del paese.

Il sistema mediatico non ci aiuta, perché è schiacciato sule posizioni del governo.

Lo sciopero del 12 dicembre non è un fine quindi, ma diventa uno strumento anche mediatico per diffondere le proposte della CGIL e per fare accettare al governo di discuterle. Su questo punto siamo appena all’inizio di un percorso di confronto con il governo.

L’adesione allo sciopero significa dare sostanza a queste proposte e tutelare la nostra condizione di lavoratori dipendenti, i nostri diritti e il futuro del paese.

mercoledì 12 novembre 2008

Promesse della Gelmini e certezze del decreto 180: CISL e CONFSAL revocano lo sciopero del 14

Oggi la CISL Università, la CISL Ricerca e la CONFSAL (SNALS E CISAPUNI) hanno revocato lo sciopero indetto unitariamente a CGIL e UIL per il 14 novembre.

A detta di questa organizzazione sindacale sono credibili le promesse di Gelmini in merito alle risorse contrattuali per il biennio 2008/2009, alla restituzione dei fondi per il salario accessorio a Università ed Enti di Ricerca, e alla stabilizzazione dei precari (si veda: qui)

A nostro avviso le uniche certezze sono contenute in due documenti:

1)Il protocollo sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego sottoscritto il 31 ottobre da CISL, UIL, UGL e Confsal, ma non dalla CGIL

2)il decreto legge 180 pubblicato il 10 novembre scorso.

Cosa contengono questi due documenti?

Il protocollo fissa per tutto il pubblico impiego a 70 euro lordi medi (circa 49 netti) il massimo di aumento per il biennio 2008-2009. Difficile immaginare che i comparti di università e ricerca possano discostarsi da queste cifre.

Il decreto legge peggiora la situazione:

1)Blocca TUTTE le assunzioni di personale nelle università ed enti che abbiano superato il 90% di spesa per il personale: questo significa che vengono bloccate anche le stabilizzazioni avviate (Ipotesi confermata oggi in sede di contrattazione decentrata all'Università di Trieste)

2)Cambia le regole per i concorsi della docenza, consegnandoli esclusivamente nelle mani dei professori di Ia fascia (ordinari). Sarebbe questo il taglio dei privilegi?

3)Blocca i concorsi della docenza già banditi, ma ancora privi di una commissione.

4)Stanzia un po' di spicccioli per l'edilizia finalizzata alla costruzione di alloggi e residenze universitarie e per il diritto allo studio (200 milioni complessivamente)

Questa sarebbero le risposte alla richiesta di annullare gli effetti della Legge 133?

E' una cortina fumogena, creata in fretta e furia dal governo per cercare di soffocare la protesta.


La cosa grave è che i vertici nazionali della CISL e della CONFSAL non abbiano tenuto in considerazione questi fatti

Per la CGIL l'apertura della ministra Gelmini non ha portato ancora a nulla di concreto.

SI TRATTA SOLO DI UNA OPERAZIONE DI FACCIATA, CHE HA L'OBBIETTIVO DI SFALDARE IL FRONTE DELLA PROTESTA.

LA RISPOSTA PUO' ESSERE UNA SOLA: ADERIAMO IN MASSA ALLO SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE!


UNITI SI VINCE!

CHI FOSSE IMPOSSIBILITATO A VENIRE A ROMA, PUO' PARTECIPARE ALLE INIZIATIVE ORGANIZZATE PER LA MATTINA DEL 14 IN PIAZZA UNITA'

DALLE 9.30 alle 15.00 "Scienza in Piazza", organizzata dai lavoratori e studenti della SISSA

DALLE 10.00 alle 12.30 PRESIDIO ORGANIZZATO DALLA CGIL

Matteo Slataper
RSU FLC CGIL Università di Trieste

lunedì 3 novembre 2008

5 novembre: Università in corteo!

Università di Trieste
in CORTEO

Per difendere l’università, la ricerca, la scuola e lo sviluppo culturale del paese, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2008/09, i rappresentanti degli Studenti, il Coordinamento 133, FLC-CGIL, CISL Università, UIL PA-UR, Confsal Snals Università-Cisapuni, RdB-CUB Università e le RSU dell’Università di Trieste organizzano

il 5 novembre 2008

PRESIDIO, dalle 15.00 alle 17.45 nel piazzale antistante l’edificio centrale.
CORTEO Ore 17.45 ritrovo in piazzale Europa, lato mare.
Al termine della cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico (ore 18.00) formazione del corteo e partenza verso piazza Unità.

Tutti i colleghi e le colleghe dell’Università, della SISSA, degli Enti di Ricerca, del Conservatorio e della scuola, gli studenti, i cittadini sono invitati ad aderire.

Invitiamo i partecipanti a portare oggetti luminosi per dare luce al corteo e a indossare una fascia nera al braccio in segno di lutto per la scuola, l’università e la ricerca pubblica duramente colpite dalla legge 133 e 137/2008.

domenica 2 novembre 2008

Frenata del governo sulla "riforma" dell'università

A leggere il quotidiano "La Repubblica", sembrerebbe che il governo abbia frenato decisamente in merito alla tanto decantata "riforma" dell'Università.

Si attende che si "calmino le acque" per evitare che le proteste di studenti medi, universitari e lavoratori si saldino...
...arrivano tardi: riteniamo che la saldatura sia già in corso: perchhè è evidente che le manifestazioni di questi giorni vogliono tutelare diritti che solo superficialmente sono separati.
I diritti del lavoro e il diritto a un'istruzione sono infatti gli strumenti per poter raggiungere l'emancipazione della persona e questo governo sta attaccando ferocemente tutti e due.

Senza dimenticare poi, che la sospensione di una "riforma" come una spada di Damocle ci lascerebbe per nulla tranquilli, con i tagli previsti dalla legge 133 ancora operativi e non ritirati, la minaccia delle fondazioni di diritto privato operativa e la valanga di disinformazione che esponenti del governo e della maggioranza riversano a tamburo battente sull'opinione pubblica per giustificare operazioni che nulla hanno di accettabile.

La mobilitazione continua quindi: il 5 novembre a Trieste, il 7 in tutta Italia con lo sciopero dellla Funzione Pubblica, il 14 novembre sarà la volta di Università, ricerca e AFAM, il 12 dicembre sciopereranno i metalmeccanici e qualcuno già parla di sciopero generale.

La bufala dei 37 corsi della Gelmini finalmente svelata

Dal sito nazionale della FLC-CGIL:

''Sull’uscita della Gelmini, che ha denunciato l’esistenza in italia di 37 corsi di laurea con un solo studente, scrivevo ieri che forse una ministra farebbe meglio a lavorarci, su questo tipo di problemi, anzichè andare in televisione a denunciarli come se fosse un’inviata di striscia la notizia.

Ora però il mistero è chiarito, Mentana ha mandato i suoi inviati di matrix nelle università dove si sarebbero tenuti i corsi con un solo studente e ha scoperto che:

  • I corsi denunciati come monostudenti hanno invece un numero regolare di studenti, intorno ai 50 e oltre;
  • l’equivoco nasce da tabulati provvisori del ministero, dove il sistema informatico inseriva il numero 1 in attesa di ricevere i dati completi dei nuovi corsi;
  • la notizia bufala è stata inserita per la prima volta alcuni anni fa nel famoso libro ‘La casta’ di Stella e Rizzo, basata appunto sul tabulato provvisorio, e da allora è stata ripresa decine di volte da tutti i giornali, ogni volta come se fosse una novità assoluta.

Ecco quindi chiarito come ha avuto l’informazione sui 37 corsi la ministra gelmini, che ne ha dato notizia in forma ufficiale in conferenza stampa, in piedi alla destra del premier silvio berlusconi. L’ha letta su un giornale che aveva evidentemente ripreso una notizia vecchia di qualche anno e anche fasulla, spacciandola per nuova. Ci ha creduto e ha pensato di rilanciarla per giustificare i tagli.

Tutto ciò è fantastico. No, di più, è simbolico. E’ molto simbolico. E’ un cerchio che si chiude.

La ministra, a capo del ministero della Pubblica Istruzione, per sapere cosa succede nelle Università raccoglie informazioni dai giornali.

I giornalisti, per scrivere articoli sulla scuola, raccolgono informazioni dai vecchi libri e le riciclicano come se fossero scoop sensazionali.

Gli autori della Casta, spiace anche per loro, hanno raccolto le informazioni dal ministero ma non si sono preoccupati minimamente di verificare la notizia, che doveva apparire evidentemente strana.

E così il ministero stampa un tabulato sbagliato, gli autori di un libro di denuncia lo prendono per buono e danno la notizia choc, negli anni successivi i giornalisti pigri riciclano la bufala enne volte e infine la ministra gelmini, che evidentemente apprende dai giornali come vanno le cose nella scuola italiana, se la beve anche lei e va in televisione a denunciare il fatto come una vera vergogna.

E pensare che verificare la fonte era solo questione di mandare una persona nelle università a vedere come stavano le cose, come ha dimostrato Mentana a Matrix. Era facile.

Non ci voleva molto ma non l’ha fatto nessuno. Perch? Perchè così vanno le cose.''

Veramente dire che così vanno le cose ci sembra un po' poco. Sembra invece che il fatto che l'informazione sia così poco precisa e rigorosa torni utile a molti: a chi vende i libri sensazionali, a chi ci costruisce sopra fortune televisive, e magari a chi su queste false notizie ci costruisce un programma di governo, con il plauso di tutti quelli che queste bufale le hanno prese per buone.

In ogni caso è sempre bene verificare le fonti, anche (purtroppo) di giornalisti rispettabili , stimati e conosciuti: uno scivolone capita anche a loro...

sabato 1 novembre 2008

Assemblea del 29 ottobre: approvato il documento dei sindacati: si organizza il corteo

All'affollatissima assemblea degli stati generali del 29 ottobre scorso, è stato approvato il documento presentato dai sindacati e dalle RSU e un documento presentato dagli studenti del polo di Gorizia.
Per leggere il documento vedere questo link.

Fervono i preparativi per la manifestazione del 5 novembre prossimo.
Gli studenti stanno organizzando un "funerale dell'Università" che inizierà alle 15.00 in piazzale Europa, sarà presente un presidio dei sindacati e delle RSU.
Poi, verso la fine della cerimonia ufficiale, incominceremo a riunirci per partire in corteo alla fine della cerimonia stessa e dirigerci verso piazza Unità.
Si raccomanda di portare una fascia nera al braccio e delle fonti luminose per illuminare il corteo.

venerdì 24 ottobre 2008

Polizia nelle Scuole e nelle Università, anzi no...

Berlusconi ieri mattina dichiarava che avrebbe dato dettagliate istruzioni al Ministro dell'interno per intervenire in scuole e università anche con le forze dell'ordine, per sgombrare gli istituti ed gli atenei occupati (ascolta l'audio qui).

In serata ha poi smentito.

La preoccupazione però non manca, il messaggio è pessimo e non migliorano le cose le accuse di strumentalizzazione fatte dal premier questa mattina da Pechino:

"In tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, così come mi ha confermato il ministro dell'Interno, ci sono dei facinorosi: non tutti naturalmente, dei piccoli gruppi, ma nei cortei organizzati da queste entità ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali"

Il problema è: facinorosi, oppure indignati? E' ancora lecito dissentire in Italia? Manifestare è ancora un nostro diritto?

Contro i tagli: prossimi appuntamenti a Trieste

Prosegue la protesta contro i tagli previsti dalla L. 133 per Scuola, Università e Ricerca.

Sabato mattina corteo dei studenti medi con ritrovo a Piazza Goldoni alle 9.30

Lunedì 27 assemblea pubblica nell'aula magna del Dante, organizzata da CGIL, CISL e UIL dalle 16.30 alle 18.30

Martedì 28, dalle 19.00, presidio fiaccolata in Piazza S. Antonio Nuovo, per accendere la luce sulla scuola pubblica, che il 29 vogliono spegnere approvando la riforma Gelmini.

Mercoledì 29 assemblea generale di Ateneo, indetta dal Senato Accademico, dalle 9 alle 13.00 in Aula Magna.

mercoledì 22 ottobre 2008

Affollatissima l'assemblea degli studenti di oggi pomeriggio

La foto si commenta da se', tra le 2000 e le 3000 persone tra studenti, docenti e personale non docente, hanno affollato l'assemblea indetta dagli studenti per discutere e opporsi alla legge 133/2008.
Chi ha partecipato alle proteste del '68 non ricordava eventi così gremiti, al di là delle aspettative degli stessi organizzatori, che inizialmente avevano prenotato l'aula Venezian, poi si erano indirizzati sull'Aula Magna, per poi constatare che non c'era spazio a sufficienza e decidere di tenere l'assemblea nello spiazzo antistante il corpo centrale.
Gli interventi del Rettore prof. Peroni, del direttore della Sissa, prof. Fantoni e della delegata del rettore dell'Università di Udine hanno evidenziato la gravità dell'attacco al sistema universitario e della formazione in atto in Italia, e del fatto che questo attacco viola le basi dei diritti di cittadinanza, e ipoteca il futuro dell'intero paese.
Il rappresentante degli studenti in Senato Accademico, Floriano Tommasi, ha illustrato gli effetti della L. 133 sul sistema universitario e sull'ateneo triestino nel particolare.
Numerosi gli interventi degli studenti, di ricercatori e del personale non docente.
L'assemblea, svoltasi in un clima pacato, ha infine deliberato di chiedere alle Facoltà di organizzare assemblee per spiegare la legge 133, di chiedere ai docenti la disponibillità a tenere delle lezioni in piazza, di partecipare ai numerosi eventi in programma, a partire dalla manifestazione indetta dagli studenti medi Sabato mattina.
Un altra fase di dibattito e deliberativa è prevista per il 29 ottobre prossimo, giorno in cui il Senato Accademico ha deliberato la sospensione di tutte le attività dell'ateneo e l'indizione di un'assemblea di tutto il personale e degli studenti.

Nelle fasi finali un piccolo corteo spontaneo di 600-700 persone è sceso verso la città, dove è stato raggiunto più tardi da altri studenti, per assistere, in Piazza S. Antonio Nuovo ad una lezione pubblica di pedagogia internazionale.

lunedì 20 ottobre 2008

Assemblee contro la L. 133: si intensificano gli appuntamenti

A Trieste finalmente qualcosa si muove.

All'Università assemblea aperta a tutti gli interessati, indetta dagli studenti: si terrà il 22 ottobre in Aula Venezian (corpo centrale di Piazzale Europa, II piano, ala sinistra) dalle 14.30 in poi.

Il giorno successivo assemblea aperta indetta dalla rete dei precari dell'Università e della Ricerca, dalle 10.00 sulla scalinata dell'edificio centrale.

Oggi lunedì 20 ottobre, alle ore 16:00 il Preside Rui ha tenuto una lezione del suo corso in piazza Unità; l’iniziativa era tesa a denunciare il grave disagio del mondo universitario per i grossi tagli previsti dalla Legge 133.

INAF: prosegue l'occupazione, si alternano Direttori precari

Nel frattempo all'INAF prosegue l'occupazione simbolica della direzione della sede di Trieste.
I precari si alternano a dirigere l'ente per un giorno (da "Direttore precario")

Si può leggere il loro blog per avere maggiori informazioni.

Occupata la sede dell'OGS



Questa mattina, una nutrita delegazione di precari e di lavoratori di ruolo dell'OGS ha occupato simbolicamente la sede dell'Osservatorio Geofisico Sperimentale.

In calce il comunicato rilasciato:

I PRECARI E GLI ATIPICI OGS INTERROMPONO TEMPORANEAMENTE L’ATTIVITA’ DI RICERCA DELL’ENTE
A SEGUITO DELL’APPROVAZIONE DELL’ARTICOLO 37 BIS (DISPOSIZIONI IN MATERIA DI STABILIZZAZIONE) IL PERSONALE NON DI RUOLO COINVOLTO NELL’ATTIVITA’ DI RICERCA DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI OCEANOGRAFIA E DI GEOFISICA SPERIMENTALE – OGS, CON IL SUPPORTO DI ALCUNI COLLEGHI DI RUOLO,
DECIDE
DI OCCUPARE SIMBOLICAMENTE LA SEDE PRINCIPALE DELL’ENTE PER MANIFESTARE IL PROPRIO DISSENSO SULLE NUOVE DISPOSIZIONI AMMAZZA-PRECARI CHE MINACCIANO IL FUTURO DELLA RICERCA ITALIANA.
VISTO CHE
1. LA RICERCA PORTA INNOVAZIONE E SVILUPPO TECNOLOGICO, MA SENZA I LAVORATORI PRECARI E ATIPICI (41% DEL PERSONALE OGS) NON E’ POSSIBILE FARE RICERCA;
2. IL 23% DEL PERSONALE OGS POTREBBE PERDERE IL LAVORO A PARTIRE DAL 1 LUGLIO 2009;
3. 8 ANNI DI INVESTIMENTI SOSTENUTI DALLO STATO ITALIANO PER LA FORMAZIONE DI UN RICERCATORE: COSTO MEDIO 500.000 EURO.
SPESA DI UN PAESE ESTERO PER ACQUISIRE UN RICERCATORE ITALIANO FORMATO E COMPETENTE: ZERO!
4. LAVORATORI ATIPICI: DOPO ANNI DI FORMAZIONE E DI LAVORO NON HANNO IL DIRITTO DI ESSERE CONSIDERATI NEANCHE PRECARI DELLA RICERCA;
5. LE NUOVE NORME FORNISCONO INDICAZIONI MOLTO CHIARE SULLA CONCLUSIONE DEI CONTRATTI A TERMINE, MA NON CONSIDERANO IL PERSONALE ATIPICO E SONO MOLTO NEBULOSE SUI TEMPI E LE MODALITÀ DI ASSUNZIONE (CE NE SARANNO MAI?);
6. PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ DELLE ATTIVITÀ DELL’ENTE È NECESSARIA UNA PROGRAMMAZIONE CHE PREVEDA NUOVE PROCEDURE DI ASSUNZIONE BASATE SU CRITERI MERITOCRATICI (CONCORSI).

I LAVORATORI PRECARI E ATIPICI CHIEDONO CON FORZA
CHE VENGANO ADOTTATI PROVVEDIMENTI CHE CONSENTANO IL PROGRESSIVO E CONTINUO PROCESSO DI INSERIMENTO IN RUOLO DEL PERSONALE PRECARIO E ATIPICO IN ACCORDO
CON LA “CARTA EUROPEA DEI RICERCATORI”

sabato 18 ottobre 2008

Occupata la sede dell'INAF di Trieste

I ricercatori precari dell'INAF di Trieste, hanno occupato simbolicamente la sede di S.Vito per protestare contro la L.133/08. Hanno inoltre chiesto le dimissioni del direttore della sede triestina e delle altre sedi INAF con ilk comunicato che riportiamo qui sotto in calce.

Trieste, 17 Ottobre 2008

E' in atto una guerra totale – dichiarata da questo governo e dai precedenti – che mira a fare terra bruciata della scuola pubblica, dell'università e della ricerca: tagli feroci a tutti gli ordini di scuola, senza altra logica che eliminarne il costo – come se l'istruzione e la formazione fossero un inutile orpello; strangolamento inesorabile degli enti di ricerca e delle università, che saranno costrette a chiudere o a trasformarsi in fondazioni (ma quali soggetti privati investiranno mai nelle università e per quali scopi?) e comunque ad aumentare a dismisura le tasse; blocco del reclutamento dei giovani ricercatori in un paese che ha già solo un terzo dei ricercatori rispetto a Francia e Germania e impiega per la ricerca la stessa percentuale di p.i.l. della Tunisia (ma l'Italia non sarebbe uno dei G7?). In una battuta Nature – la più prestigiosa rivista scientifica del mondo – ha bollato questa pazzesca strategia di bassa contabilità come “facile ma stolta”.
Decine di migliaia di studenti e ricercatori in tutta italia trovano insieme una risposta unica per opporsi a questo grande progetto di smantellamento e dismissione della formazione pubblica: in queste ore università, dipartimenti ed enti di ricerca, da Roma a Pisa, da Milano a Bologna, vengono occupati.

Anche a Trieste, noi ricercatori precari dell'Istituto di Astrofisica e del Dipartimento di Astronomia, occupiamo oggi simbolicamente i nostri istituti come primo passaggio verso una mobilitazione generale della ricerca e dell'università triestine, per rigettare al mittente il colpo finale portato con la legge 133 ad un'università ed ad una ricerca che i governi hanno già ridotto allo sfascio.

Diramiamo questo comunicato a tutte le sedi inaf, chiedendo le immediate dimissioni del direttore dell'osservatorio di Trieste e dei direttori di tutte le strutture di ricerca, del consiglio di amministrazione nonché del presidente di INAF, Tommaso Maccacaro, per manifestare la loro contrarietà alla politica del governo e l'impossibilità di proseguire l'attività di ricerca alle attuali condizioni.

Alleghiamo un template di lettera che chiediamo ai responsabili di progetto di inviare a sostegno della nostra protesta.

Precari INAF Trieste

Segnaliamo https://wwwas.oats.inaf.it/precari

giovedì 16 ottobre 2008

Firmato il Contratto Nazionale Università 2006/2009

Oggi 16 ottobre alle ore 16,30 è stato firmato definitivamente il contratto nazionale 2006/2009. Il testo non ha subito modifiche dalla Corte dei Conti ed entra subito in vigore.

Qui il testo del contratto, le tabelle con gli arretrati e le analisi del testo

Dagli arretrati vanno ovviamente detratte le somme percepite come "vacanza contrattuale".

CGIL, CISL, UIL: verso lo sciopero generale di Università, Ricerca e AFAM

CGIL, CISL e UIL hanno avviato le procedure per giungere allo sciopero generale dei comparti Università, Ricerca ed AFAM il 14 novembre 2008.

E' prevista una manifestazione nazionale a Roma.
Daremo maggiori notizie nei prossimi giorni.

mercoledì 15 ottobre 2008

Regolamento Conto Terzi: assemblea e consultazione dei lavoratori

15 ottobre 2008: CONSULTAZIONE SULL’ACCORDO IN MERITO AL “Regolamento di Ateneo per le Attività in Conto Terzi”

Mercoledì 15 ottobre, dalle 11.30 alle 13.30, presso l’aula magna del corpo centrale si terrà l’assemblea di tutto il personale indetta da CGIL, CISL e UIL per illustrare e discutere l’accordo siglato in preintesa il 30 settembre scorso. Seguirà la consultazione con voto di tutto il personale docente e non docente, a tempo determinato e a tempo indeterminato.

CGIL, CISL e UIL considerano vincolante lesito del voto per la firma definitiva dell’accordo.

Il seggio si troverà al terzo piano, lato destro (Scienze politiche) a fianco dell’aula magna e resterà aperto fino alle 17.30.

Parte normativa

Parte economica

ESITO VOTAZIONI:

Aventi diritto: 1757
Votanti: 197 (142 personale TA e lettori su 843 e 55 docenti su 914)

Ha votato l' 11,21% degli aventi diritto.

Per il sì hanno votato 176 persone pari al 89,34%
Per il no hanno votato 20 persone pari al 10,15%
schede bianche: 1 (0,51%)
schede nulle: 0


CGIL, CISL e UIL, di conseguenza, firmeranno l'accordo definitivo in coerenza con quanto emerso dalla consultazione.

giovedì 9 ottobre 2008

Mutatis mutandis: scuola pubblica, scuola privata

Mi é stato segnalato questo testo, che trovo interessante e lo propongo come spunto di riflessione.

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà.
Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"


Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950.

Good nignt, and good luck...

mercoledì 8 ottobre 2008

Precari OGS e INGV: manifestazione per il 50° anniversario dell'ente


I precari dell'OGS di Trieste, uniti ad una folta delegazione dei precari dell INGV, hanno manifestato Lunedì mattina all'apertura del convegno organizzato dall'OGS in occasione dei 50 anni della sua fondazione.

Di seguito riportiamo un comunicato dei manifestanti:

I PRECARI DELL’OGS SI DIMOSTRANO SOLIDALI CON IL MOVIMENTO NAZIONALE

In relazione alle ultime disposizioni in materia di precariato nella Ricerca e nella Pubblica Amministrazione, i precari e gli atipici dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste esprimono la loro preoccupazione riguardo le scelte politiche che il presente Governo intende attuare.
In particolare riteniamo che la decisione di far slittare l’abrogazione di tutte le norme relative al processo di stabilizzazione non sia affatto una soluzione adeguata al problema del precariato nella ricerca in Italia.
In questo modo il ruolo di tutte le figure professionali afferenti al mondo della ricerca viene ulteriormente sottovalutato.
Si sottolinea la necessità di una riforma che tuteli i giovani fin dal loro ingresso nel mondo della ricerca e che trasformi il sistema attuale in un sistema più meritocratico, in grado di riconoscere e premiare la professionalità di ogni singolo.
E’ importante sottolineare che la legge che entrerà in vigore nel luglio 2009 rischia di lasciare senza lavoro precari non più giovani, molti con famiglia e mutui da pagare.
Queste scelte, se portate avanti, rischiano di paralizzare completamente gli enti di ricerca, dove, per la gran parte, le attività sono svolte unicamente da personale precario e lavoratori atipici.
Inoltre sembra che il decreto porti ad una ulteriore discriminazione tra precari e atipici, non chiarendo i criteri con cui questi saranno censiti e stabilizzati.
Ci associamo unitamente alla protesta in atto in tutto il Paese, sperando che il Governo torni su suoi passi, modificando il DL 1441 e s.m.i.

giovedì 2 ottobre 2008

Norma ammazza precari: aggiornamento

Dal messaggero di ieri:

Precari pubblici, torna la “stabilizzazione” Contratto prorogato se si è vinto un concorso
Mercoledì 01 Ottobre 2008
di PIETRO PIOVANI, ROMA

Cambia la norma che doveva di fatto abolire la cosiddetta“stabilizzazione”, cioè quella sorta di sanatoria per i dipendenti pubblici con contratto a termine che era stata avviata dal governo Prodi. Il nuovo emendamento riformulato da Renato Brunetta rinvia gli effetti della riforma: fino all’1 luglio del 2009 resta tutto com’è. Le amministrazioni avranno sei mesi in più per assumere i loro precari, ammesso che abbiano i soldi e i posti disponibili. Nel frattempo, in questi sei mesi, il Dipartimento Funzione pubblica farà un “monitoraggio”. Chi prevede di assumere (dopo il primo luglio) un dipendente utilizzato fino a quel momento con contratto flessibile, dovrà comunicare alla Funzione pubblica che tipo di contratti ha avuto finora il dipendente, di che durata, che tipo di selezione ha superato. Se non si trasmette la comunicazione, non si sarà poi autorizzati ad assumere. Né sarà autorizzata l’assunzione di quei precari che non hanno già sostenuto un vero concorso pubblico. Concluso il monitoraggio, i lavoratori a termine che risulteranno in regola con i criteri dettati dalla Funzione pubblica potranno essere stabilizzati. E se l’amministrazione non potrà farlo subito, potrà comunque prorogare il contratto a termine (cosa che invece la precedente formulazione di Brunetta impediva). Il ministro tuttavia intende fissare una nuova scadenza: l’assunzione dovrà arrivare entro il 2011, altrimenti si perderà ogni diritto.
La deputata del centrodestra Barbara Saltamartini dice: «È grazie all’intensa attività parlamentare del gruppo del Pdl in commissione Lavoro che il ministro Brunetta si è convinto a riformulare l'emendamento». In effetti le voci di Montecitorio riferivano che molti parlamentari di maggioranza (specie gli ex di An) fossero pronti a votare no. Ieri Brunetta ha anche inviato la sua prima direttiva all’Aran per i rinnovi dei contratti. La direttiva però prevede le stesse risorse (i 3miliardi indicati in Finanziaria) che i sindacati hanno già giudicato del tutto insufficienti. Difficile per adesso immaginare un avvio di trattativa.>>

Sono ovviamente dichiarazioni da prendere con le molle, il Messaggero é un quotidiano vicino all'area di governo e le incursioni sul testo di legge sono sempre possibili. Inoltre il testo non é ancora noto nei dettagli e anche senza contare la già notevole confusione, delle sorprese sono sempre possibili.

Queste le ultime voci, ma entriamo nel merito: anche prendendo per definitive e reali le "soluzioni" descritte nell'articolo, che succede se i fondi non bastano per stabilizzare?

Già, perché sappiamo benissimo quanto é stato tagliato con il decreto Brunetta-Tremonti: 1,3 miliardi di euro entro i prossimi 5 anni (e altri tagli si paventano per questa prossima finanziaria).
Questa, per quanto positiva, pare una concessione facile: puoi stabilizzare se hai i soldi, però i soldi non te li do. Un bel regalo.

E' quanto mai necessario chiedere che alla Scuola, Università e Ricerca pubbliche vengano stanziati di nuovo tutti i fondi tagliati a luglio (più di nove miliardi di euro, un'enormità), ed altri fondi ancora, in maniera da colmare la voragine che ripetute politiche di risparmio (di ogni colore politico) hanno creato nel sistema della formazione, istruzione e ricerca.

Non stiamo chiedendo la Luna, ma un futuro per il nostro Paese!

Resoconto sull'incontro di contrattazione del 30 settembre 2008

Gentili colleghe e colleghi,
vi inoltro un resoconto sintetico dell'ultima seduta di contrattazione decentrata.

REGOLAMENTO ATTIVITA' IN CONTO TERZI

Il 30 settembre 2008 si è svolta con la presenza del Magnifico Rettore, prof. Francesco Peroni, la seduta di contrattazione avente come argomento all'ordine del giorno la parte economica del conto terzi (la parte normativa è stata approvata in preintesa il 16 luglio scorso).

La trattativa non è stata facile, perché le due parti partivano da posizioni e ottiche distanti fra loro.
Brevemente si riassumono di seguito le due proposte sul tavolo:

Proposta Amministrazione:

A)CONTRIBUTO SUL FATTURATO:
12% di prelievo sul fatturato da destinare: al "Fondo Comune di Ateneo" (6%), alla struttura che effettua la prestazione (4%), al neocostituito Fondo per la ricerca destinato a finanziare progetti di ricerca, borse di dottorato, assegni di ricerca, ecc (2%).
B)COMPENSI per I PARTECIPANTI AL CONTO TERZI (TA e DOCENTI):
nessun prelievo fino all' 80% della retribuzione lorda annuale, prelievo del 30% sulla parte eccedente da redistribuire ai fondi per la ricerca, alle strutture e alle finanze dell'ateneo.

Proposta Sindacale:

A) CONTRIBUTO SUL FATTURATO:
proposta come previsto dall'amministrazione.
B) COMPENSI per I PARTECIPANTI AL CONTO TERZI (TA e DOCENTI):
nessun prelievo per i compensi diretti fino al 50% della retribuzione lorda annuale, e prelievo del 50% sulla parte eccedente, da destinare in parti uguali alle finanze generali dell'Ateneo, al Fondo per la Ricerca e alla Struttura che ha effettuato la prestazione.

Nella prima fase della trattativa, la parte pubblica ha proposto di elevare il prelievo dal fatturato al 14%, ma non ha recepito le richieste sui compensi diretti (punto B).

La parte sindacale ha elaborato una nuova proposta, accettando il punto B) proposto dall'amministrazione, chiedendo però un prelievo minimo sulla quota inferiore alla soglia del 80%.
Tale proposta è stata rigettata con fermezza dall'amministrazione e la discussione si è incentrata sulle percentuali del punto B.

Dopo lunga discussione, la parte Pubblica ha accettato di modificare il punto B come segue:

B)Nessun prelievo sino al 70% della retribuzione annuale lorda, prelievo del 30% della parte eccedente, da tenere a disposizione del tavolo contrattuale per fare fronte alle spese che si rendessero necessarie nel corso dell'anno di riferimento.

Le parti hanno concordato dirivedere il regolamento a due anni dalla firma dell'accordo, valutandone i risultati sulla base dei dati del biennio.

Le sigle sindacali (CGIL, CISL, UIL e CONFSAL) hanno ritenuto di accettare questa impostazione e di firmare la preintesa, CGIL, CISL e UIL hanno però subordinato il loro assenso definitivo alla necessaria consultazione dei lavoratori dell'ateneo (docenti e non docenti).
La Rsu ha dato il suo assenso a maggioranza (in due casi subordinandolo all'esito della consultazione di cui sopra).
RdB, attraverso le sue RSU, non ha ritenuto di esprimere alcun parere, riservandosi di darlo in seguito.

Considerazioni.

Per questioni di equità e pari opportunità, non ritengo che l'accordo sia il risultato ideale, ma penso che viste le posizioni dell'amministrazione di più non si potesse raggiungere.
Lo considero tuttavia un risultato che presenta anche elementi positivi rispetto alla normativa attuale sul conto terzi:

1)La parte normativa del regolamento è molto migliorata rispetto all'attuale, rendendo la gestione più semplice, trasparente e tutelando tutto il personale coinvolto.

2)L'aumento del prelievo sul fatturato (metodo di calcolo che rende più trasparenti e semplici le gestioni dei diversi "conti terzi") è a favore delle strutture dell'ateneo e del fondo per la ricerca.

3)E stata tutelata la parità di trattamento tra personale docente e non docente.

4)L'entità del Fondo Comune di Ateneo (ora denominato "Fondo di Produttività Generale") è stata preservata, potendo peraltro crescere in proporzione a un eventuale aumento delle attività in conto terzi.

In ogni caso la CGIL vista la delicatezza e l'importanza di questo regolamento per il futuro dell'Ateneo, ritiene doverosa la consultazione di tutto il personale prima di firmare definitivamente l'accordo.

A breve scadenza organizzeremo assieme alle altre organizzazioni sindacali e alle RSU che concordano su questo metodo, un'assemblea di tutto il personale TA, CEL e docente, per illustrare il contenuto dell'accordo, discuterlo e procedere infine alla consultazione.

VARIE ED EVENTUALI

In conclusione delle trattativa la CGIL ha chiesto una riunione urgente per discutere la situazione del precariato e del processo di stabilizzazione.
E' stato fissato un appuntamento per il 23 ottobre prossimo

Abbiamo anche chiesto notizie riguardo la situazione degli incarichi del personale EP e della corresponsione delle relative indennità, e dellacorresponsione per le ore straordinarie effettuate (ad oggi ferma a febbraio 2008).
La parte pubblica ha assicurato che ci invierà quanto prima un aggiornamento in merito.

Un cordiale saluto
Matteo Slataper

RSU FLC-CGIL Università di Trieste

mercoledì 1 ottobre 2008

Norma ammazza-precari: monta la protesta e Brunetta stacca l'acceleratore...

Cresce in questi giorni la protesta dei precari della pubblica amministrazione nei confronti dell'emendamento del governo alla finanziaria 2009 reso noto venerdì pomeriggio scorso.

Ieri sera, il ministro della Funzione Pubblica ha reso noto che intende modificare l'emendamento procrastinando al primo luglio la cancellazione delle stabilizzazioni, ufficialmente "al fine di "avviare un monitoraggio capillare su tutte le tipologie dei contratti a tempo determinato vigenti e le relative modalità di assunzione adottate dalle singole amministrazioni" , ecco il testo:

Ddl Lavoro/ Brunetta: Slitta a 1/7/09 stop stabilizzazione precari 30/09/2008 20:49

Il ministro Renato Brunetta ha presentato una riformulazione dell'emendamento sui precari che sposta all'1 luglio 2009 l'abrogazione delle norme sulla stabilizzazione. Ciò al fine di "avviare un monitoraggio capillare su tutte le tipologie dei contratti a tempo determinato vigenti e le relative modalità di assunzione adottate dalle singole amministrazioni, nonché il numero di vincitori di concorso in attesa di assunzione", afferma il ministro in una nota. Le amministrazioni comunicheranno al Dipartimento della Funzione pubblica tali dati ed entro il mese di maggio il ministro Brunetta, di concerto con il ministro Tremonti, sentiti i ministri interessati, emanerà un decreto che stabilirà le regole per una eventuale prosecuzione dei contratti fino all'espletamento delle procedure concorsuali riservate previste dallo stesso emendamento. "La norma - spiega Brunetta - ribadisce il principio costituzionale del concorso pubblico per accedere alla pubblica amministrazione e garantisce un percorso a coloro che hanno avuto un rapporto di lavoro con l'amministrazione. Inoltre, la norma mira finalmente a far luce sui dati effettivi del fenomeno del precariato della Pubblica amministrazione al fine di adottare le misure appropriate per risolvere il problema senza scavalcare i principi costituzionale e i diritti di coloro che regolarmente hanno vinto un concorso pubblico e ancora attendono di essere assunti".

Sembra invece una parziale frenata per vedere se le reazioni contro la norma "ammazza precari" crescono o si smorzano.

Dobbiamo organizzarci, mobilitarci in azioni di protesta e di dissenso, difendere i nostri posti di lavoro, difendere la nostra dignità e il nostro futuro.

Oggi i precari, domani tutti gli altri!

FLC-CGIL Università di Trieste

venerdì 26 settembre 2008

Università e ricerca: il Governo si accinge a bloccare definitivamente tutte le stabilizzazioni

L'emendamento che il Governo si accinge a presentare per bloccare le stabilizzazioni nel pubblico impiego avrà come effetto il licenziamento di migliaia di persone che da anni operano nelle università e negli enti di ricerca permettendo a questi di svolgere i loro ruoli istituzionali.

Il sindacato, unitariamente, respinge con decisione questa scellerata decisione.

Roma, 26 settembre 2008

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FLC Cgil - FIR Cisl - Cisl Università - UILPA UR AFAM
Comunicato al personale

Il Governo Berlusconi, dopo aver dato il via aduna Finanziaria 2009 che restringe ulteriormente i già falcidiati spazi e risorse della contrattazione pubblica, si accinge ad approvare, all'interno del collegato "monstre" (ddl n. 1441 in iter di approvazione parlamentare)
un emendamento nel quale si sopprimono le disposizioni del comma 519 della L. n. 296 (finanziaria 2007) e di tutte le misure normative successive finalizzate alla stabilizzazione del precariato pubblico, dalla cui permanenza dipendono, invece,le speranze di mantenimento in servizio e di futura stabilizzazione di migliaia e migliaia di lavoratori precari pubblici.

Gli effetti disastrosi di tale emendamento,voluto con forza dal duo Brunetta- Tremonti, sono meglio comprensibili se si pensa che nello stesso emendamento si arriva addirittura a sostenere la decadenza automatica dei contratti attualmente in proroga! Ciò entro 30 gg dall'entrata in vigore del provvedimento di legge, mettendo così letteralmente per strada migliaia di persone!

A questo punto alla misura già colma si aggiunge quella che noi non esitiamo a definire una vera e propria provocazione politica e sociale che fa traboccare il vaso!

Non è stato sufficiente punire chi è effettivamente malato o costretto ad assistere un portatore di handicap! Non basta un'ulteriore "tassa" sul lavoratore pubblico che perderà, nel migliore dei casi, almeno il 10% del proprio emolumento accessorio! Non bastano i tagli agli organici, il blocco delle assunzioni e del turn-over, il raffreddamento "ad infinitum" dello stesso processo di stabilizzazione! Non bastano i tagli ai fondi dell'Università, i progetti di sua privatizzazione, le misure, senza vera ratio e progetto, di ulteriore riassetto degli Enti di Ricerca!Non è stato sufficiente colpire il sindacato nelle sue prerogative essenziali e spazi di negoziazione!

Si è voluto andare ancora più avanti attaccando, socialmente, iniquamente ed incostituzionalmente, la parte più debole del sistema!

Si cerca di entrare con il bisturi di una demagogia impietosa, ammantata di finta efficienza e finta difesa dello stato di diritto, nella carne viva di giovani, precari di tutte le età e delle loro famiglie!

La reazione del sindacato e di tutti i lavoratori non può che essere immediata e vigorosa.

Nei nostri settori, all'interno dei quali il "precariato" svolge una funzione essenziale, la mobilitazione di tutti i lavoratori deve sollecitare la pronta e ci auguriamo solidale iniziativa dei vertici di Enti ed Atenei -Presidenti e Direttori Generali degli Enti, Rettori, Direttori Amministrativi Senati Accademici -per spingere su Governo e Parlamento al fine di mutare da subito assurdi quanto iniqui orientamenti.

Roma, 26 settembre 2008

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Qui il link all'estratto del testo che cancella le stabilizzazioni.

Quanto ancora ci faremo calpestare?


Quanti soprusi dovremo subire prima di dire basta?


Oggi vogliono licenziare i precari, domani vorranno avere la libertà di licenziare tutti gli altri!

Mandiamo a casa i veri fannulloni!

Q
uesto è il nostro Paese, questa è la nostra vita, questo è il nostro futuro: riprendiamoceli!

martedì 23 settembre 2008

Sabato 27 settembre, Trieste Largo Barriera Vecchia

UNIVERSITA’ IN VIA DI ESTINZIONE


I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SMANTELLANO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA


• I finanziamenti per far funzionare gli Atenei diminuiscono drasticamente (1 miliardo e 300 milioni in meno nei prossimi 5 anni) con aumento dei costi per famiglie e studenti e l’impossibilità di avere nella ricerca e nella didattica standard europei.

• Blocco della possibilità per i nostri migliori ragazzi di lavorare nelle Università italiane (1 sola assunzione ogni 5 pensionamenti) e ulteriore fuga dei giovani all’estero.

• Possibile trasformazione delle Università in Fondazioni di diritto privato:
meno garanzie per la libertà di ricerca e insegnamento e per la qualità degli studi, pochi diritti per chi lavora

• Taglio dei salari di chi lavora nelle Università:
personale sempre meno pagato, al di sotto degli standard europei e aumento del lavoro precario: è questo l’investimento per una nuova società della conoscenza?

DIFENDIAMO IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE E DEI GIOVANI

FERMIAMO I PROVVEDIMENTI CHE STRANGOLANO L’UNIVERSITA’, RIDUCONO I DIRITTI DEI CITTADINI E LE OPPORTUNITA’ DI CRESCITA CULTURALE ED ECONOMICA DEL PAESE.

MOBILITAZIONE NAZIONALE
Per i diritti, per cambiare le scelte del governo

Sabato 27 settembre, Trieste, Largo Barriera Vecchia dalle 10.00 alle 20.00 presidio CGIL

DALLE 15.30 ALLE 18.00 SI PARLERA’ DI SCUOLA, UNIVERSITA’ E RICERCA

martedì 16 settembre 2008

27 settembre: mobilitazione nazionale contro le politiche del governo

Le decisioni del governo in merito alla politica economica, sociale e del mercato del lavoro sono gravissime e porteranno a danni difficilmente sanabili se portate a compimento: colpiscono i diritti dei lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, minano alla base i diritti sociali e di cittadinanza.

In merito a scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale esse prevedono: il taglio di migliaia di posti di lavoro, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria, nessuna risorsa per i rinnovi dei contratti, nessun investimento per il funzionamento della scuola e l'edilizia scolastica, il licenziamento dei precari della scuola e il rallentamento delle altre stabilizzazioni, l'impoverimento e affossamento della ricerca pubblica e la chiusura di molti enti, campagne diffamatorie e norme lesive la dignità dei lavoratori pubblici.

La FLC Cgil invita le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza, già impegnati nelle tante iniziative unitarie e di sigla che si stanno attuando da giorni in molte città, a partecipare alla giornata di mobilitazione nazionale del 27 settembre promossa dalla CGIL per contrastare le scelte del Governo che penalizzano giovani, lavoratori e pensionati, mettendo a repentaglio il futuro del Paese.

Nei prossimi gironi non mancheremo di dare notizia sulle iniziative organizzate a Trieste per il 27 settembre.

--
FLC-CGIL Università di Trieste

lunedì 15 settembre 2008

Quando i ministeri danno i numeri...

...sotto sotto si sente puzza di bruciato.

Ed infatti puntualmente (ad Agosto) il nostro beneamato Brunetta ha dichiarato che i dati gli danno ragione: grazie ai suoi provvedimenti le assenze per malattia sono crollate (meno 9,2 % a maggio e meno 18,2% a giugno): tutti fannulloni che sono restati sul lavoro?

Al di là del ragionevole dubbio (quanti hanno deciso di andare comunque a lavorare, pur avendo effettivamente dei problemi di salute, per non perdere una fetta di stipendio?), é interessante verificare la qualità di questi dati.
Se si scava nelle fonti di queste affermazioni, emerge che esse si basano su un indagine pilota del ministero della funzione pubblica, basata su, udite, udite: 27 amministrazioni (su 9800 circa), in 20 delle quali le assenze sono risultate in calo.

Vi sembra uno scherzo? Non lo é: si vuol far bere agli italiani la storiella dell'efficacia delle norme brunetttiane basandosi sui dati di 20 amministrazioni su quasi 10.000!

Quello che é più grave é che probabilmente molti di questi "mancati assenteisti" in realtà avrebbero avuto veramente un motivo di salute per restare a casa, ma sono stati costretti a rinunciare per colpa dell'odioso ricatto della decurtazione della paga.

Quello che interesserebbe sapere é se ai parlamentari (e ministri) decurtano la paga in caso di assenza dall'aula (forse sì, ma viene spontaneo ricordare l'indecente pratica dei "pianisti", che votano per i colleghi assenti)...

...la realtà é che chi é più debole e le persone in difficoltà vengono visti come un fastidioso peso da evitare, infatti credo in questo senso si possa leggere l'intenzione di Brunetta di mettere mano alla legge 104, quella che agevola i lavoratori con familiari in gravi condizioni di salute.

Brunetta ha avuto qualche successo mediatico nel suo spargere mistificazioni, di conseguenza la nostra ministra Gelmini ha pensato che il trucchetto potesse funzionare anche per lei, e così ha candidamente dichiarato che il 93% dei fondi della scuola pubblica servono a pagare lo stipendio degli insegnanti: che i cittadini si indignino un po' con queste sanguisughe senza un briciolo di coscienza!!

Anche qui, i numeri si lasciano scrivere.
In realtà il 93% delle risorse serve per il funzionamento corrente, e solo l'80% per gli stipendi: la cifra é nella media dei paesi più avanzati, ma questo non sembra preoccupare la nostra ministra (per maggiori dati si può leggere qui): l'importante é sollevare un polverone e distogliere l'attenzione dai provvedimenti pronti ad essere varati.

Il primo é alla cronaca: reintroduzione del maestro unico alle scuole elementari (83.000 posti di lavoro in meno circa), riduzione del tempo pieno, voto in condotta, grembiule (!), e chi ne ha più ne metta. Un ritorno al passato, per risparmiare, ma soprattutto per mettere in crisi irreversibile il sistema dell'istruzione pubblica.

A seguire senza ombra di dubbio pesanti interventi sulle scuole medie inferiori e superiori: riduzione degli orari (soprattutto per l'istruzione professionale e tecnica: le scuole di serie B, dove si vuole relegare le classi meno abbienti del paese) e della durata degli studi (ma solo per gli studenti che non proseguono gli studi all'università: ancora una volta un provvedimento classista).

Qui non si parla nemmeno più di posti di lavoro e stipendi: é in gioco il futuro del paese.
E' in gioco la possibilità delle generazioni più giovani di costruirsi una vita secondo le loro inclinazioni e migliori ispirazioni.
Invece di agevolare l'accumulazione di conoscenza e di incoraggiare i giovani a osare, per seguire i propri sogni e costruire un progetto di vita soddisfacente, si vuole incatenare le generazioni future alla propria classe di appartenenza impedendo la mobilità sociale, sminuendo le capacità personale, avvilendo la speranza di poter migliorare la propria condizione sociale.

E' ora che noi lavoratori dipendenti ci svegliamo e che mandiamo un preciso segnale al governo: devono cambiare musica in fretta, non accetteremo passivamente che ci mettano in catene!

Matteo Slataper
RSU FLC-CGIL

martedì 19 agosto 2008

Precari e decreto legge 112: prospettive

Soffermiamoci nuovamente sul decreto legge 112, convertito in legge con voto di fiducia il 5 agosto scorso, prendendo in esame la parte riguardante i lavoratori precari. Cosa prevede la norma approvata? Come si potrebbe declinare nell'ateneo triestino?
Riprendo parzialmente quanto già scritto precedentemente.

L'articolo che incide maggiormente é l'Art. 66 (riguarda il Turn Over)

I primi commi limitano fortemente le stabilizzazioni, costringendo le Pubbliche amministrazioni a rideterminare il proprio organico entro il 31 dicembre 2008. Il turn over è permesso nel limite del 20% delle cessazioni, ma soprattutto cambia il metodo utilizzato per determinare lo stesso.
Di questo 20% il 10% dovrebbe permettere assunzioni da concorsi dall'esterno, e 10% potrebbe essere destinato alle stabilizzazioni, non di più.

I tagli finanziari previsti per gli atenei sono pesanti.
Oggi i fondi di finanziamento statali permettono la gestione in pareggio di bilancio del nostro ateneo (si tratta di circa 106 milioni di euro). Secondo le stime di previsione effettuate dalla nostra amministrazione, nei prossimi 5 anni questi finanziamenti scenderanno progressivamente fino a quota 84 milioni (-22 milioni). Questa cifra non permetterà di coprire nemmeno la spesa per gli stipendi correnti.

Inevitabile chiedersi che ne sarà degli attuali contratti a tempo determinato e delle collaborazioni.
Infatti, se alcuni colleghi sono stati stabilizzati a luglio, altri sono in attesa di stabilizzazione, mentre altri ancora non sono stati inclusi in una graduatoria secondo le norme previste dalla finanziaria 2008. Queste norme permetterebbero di stilare ulteriori graduatorie di stabilizzazione per i precari con contratto di tipo subordinato e aprirebbero una possibilità per quelli che hanno avuto almeno tre anni di contratti di collaborazione.

Crediamo che in merito l'ateneo debba cercare di dare un minimo di speranza anche ad essi. Sia pure nei limiti dei fondi disponibili.

In primo luogo sarebbe opportuno stilare entro l'anno le graduatorie secondo la finanziaria 2008, in maniera da attivare uno strumento che un domani permetta la stabilizzazione.
Inoltre riteniamo sia doveroso attuare una pratica di risparmio, di attrazione di nuove entrate e di programmazione di spesa che permetta di alleviare le difficoltà finanziarie e (in prospettiva) di mantenere in servizio i precari, possibilmente sino alla loro stabilizzazione.

E' infatti evidente che la cessazione dal servizio di tante colleghe e colleghi già inseriti da tempo nella nostra università comporterebbe una dispersione di energie, e la perdita di competenze e capacità professionali nei servizi, nella didattica e nella ricerca.

Questa ipotesi va a nostro avviso scongiurata. In un momento di eccezionale difficoltà, dobbiamo essere in grado di rilanciare l'attività dell'ateneo, coinvolgendo tutte le sue componenti per migliorare i servizi, l'offerta formativa e il dinamismo della ricerca.

Cominciamo con la stabilizzazione dei precari.


Matteo Slataper

RSU FLC-CGIL Università di Trieste

lunedì 4 agosto 2008

DL 112/08 Resoconto dell'assemblea del 25.07.08

Venerdì 25 luglio ci siamo riuniti in assemblea generale all’università.
L’aula era affollatissima ed erano presenti tutte le componenti dell’ateneo che, dopo le relazioni sulla situazione nazionale e sugli effetti del decreto legge, hanno avutola possibilità di intervenire.
In sintesi, a livello nazionale la protesta sta montando anche se in maniera ancora in parte disarticolata. Il rettore Peroni ha informato l’assemblea che la CRUI ha preso una posizione dura, ma non ha voluto chiudere la porta al dialogo, sperando di poter limitare i danni (soprattutto di carattere finanziario) convincendo il governo ad apportare dei correttivi con la manovra finanziaria del 2009.

Intanto nel paese da parte di tutto il pubblico impiego continuano le manifestazioni di protesta nei confronti del provvedimento, e le organizzazioni sindacali stanno organizzando una campagna di opposizione di lungo periodo, che cresca da una fase informativa, di dibattito e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, fino a sfociare nelle manifestazioni generali necessarie a bloccare questi provvedimenti.

Per avere a disposizione un luogo di discussione aperto a tutti la FLC CGIL ha approntato un Forum di discussione

Chiunque può leggere i messaggi, ma per poter intervenire nelle discussioni è necessario registrarsi.
L’accesso è aperto a tutti, ma ovviamente è necessario tenere un comportamento rispettoso, pur nella libertà di mettere in discussione le posizioni altrui.

Il forum rende possibile la partecipazione di tutti e confrontarsi su diversi argomenti, non solo sul decreto legge in questione, siete anzi tutti invitati a partecipare con idee, richieste, critiche e le vostre opinioni.

Contratto Nazionale Università: firmata l'ipotesi di intesa

Dal sito della FLC-CGIL nazionale:

Da oggi oltre 54.000 lavoratori dell'università hanno finalmente il contratto per il quadriennio normativo 2006-2009 e per il biennio economico 2006-2007.
E' stata, infatti, sottoscritta all'ARAN un'ipotesi di accordo in tal senso.
Dopo ben 31 mesi dalla sua scadenza grazie all'impegno costante, all'iniziativa ed al lavoro paziente della FLC Cgil, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali confederali, si chiude una tormentata vicenda che riguarda i Tecnici, gli Amministrativi, i Lettori/Collaboratori Esperti Linguistici e quanti lavorano nelle aziende ospedaliere universitarie.
L'incremento salariale medio previsto è pari a 98,69 euro medi mensili, in linea con gli altri contratti pubblici sottoscritti fino ad ora.
Pur a fronte di questo importante risultato retributivo è ancora più urgente – vista l'attuale dinamica economica – lo stanziamento di maggiori risorse economiche a favore del lavoro dipendente.
Significativi i risultati ottenuti per quanto riguarda l'ampliamento della contrattazione integrativa, a sostegno dell'autonomia universitaria e del ruolo del lavoro in questo processo; il rafforzamento di un sistema di carriere e valorizzazione professionale del personale.
Il contratto appena sottoscritto offre strumenti adeguati e di natura pattizia per valorizzare l'impegno di migliaia di lavoratori e di lavoratrici dell'Università a sostegno del ruolo decisivo ed irrinunciabile dell'Università pubblica nel nostro Paese, contro qualsiasi ipotesi di privatizzazione e di svendita del nostro patrimonio culturale.
L'Università italiana, nonostante il periodo estivo, è nel pieno di un'ampia mobilitazione a difesa della sua natura pubblica che ha già visto lo svolgimento di decine di iniziative in tutti gli atenei italiani protagonisti i tecnici, gli amministravi ed i lettori dell'Università oltre che i docenti ed i ricercatori.
A settembre, a fianco della consultazione e del voto dei lavoratori sull'ipotesi contrattuale appena sottoscritta, dovranno crescere di tono le iniziative contro gli effetti negativi sull'Università del D.L 112 per sfociare in una campagna di scioperi e manifestazioni le più unitarie possibile se il governo non recederà dai propri intenti aprendo un tavolo di confronto con le forze sociali.

Roma, 1 agosto 2008

Risorse online:

Testo dell'accordo

Dichiarazione a verbale della FLC-CGIL


Tabella per il calcolo degli arretrati

Commento della FLC-CGIL

Resoconto dello stato della contrattazione decentrata (fino a Luglio 2008)

1)Nuovo regolamento Conto Terzi

In questi ultimi due mesi l’argomento ha assorbito gran parte del tempo delle trattative.
La discussione sugli aspetti tecnici (regolamentazione, procedure per l’adesione dei dipendenti ecc.) è stata continua e abbastanza proficua, in quanto siamo riusciti a trovare un’intesa con l’amministrazione per eliminare le zone grigie e le ambiguità del regolamento in vigore.

Sono stati semplificati i passaggi per il calcolo di riparto dettagliato (i conti dei costi, dei compensi diretti e delle quote da riservare all’amministrazione) che deve essere definito prima della definitiva approvazione del contratto.
Sono state previste precise garanzie per il personale che deve dare la propria adesione (il compenso previsto deve essere comunicato all’interessato prima che questi debba dare il proprio assenso definitivo).

Tra le novità si prevede di creare un Fondo per la Ricerca (da destinare al finanziamento di Dottorati e Borse di studio o Assegni di Ricerca), e che una quota del fatturato venga destinata alle strutture che ospitano l’attività in conto terzi per sostenerne i costi. Il Fondo Comune di Ateneo viene rinominato Fondo per la Produttività Generale, ma mantiene le stesse finalità del suo predecessore.
Le quote destinate a questi tre fondi verrebbero calcolate sull’imponibile e non più (almeno per l’ex Fondo Comune) sugli utili.

Resta da definire il punto cruciale: l’utilizzo delle risorse da parte dell’Ateneo e come vengono ripartiti i compensi diretti e quelli indiretti (l’attuale Fondo Comune di Ateneo).

Ormai sappiamo tutti che le norme finanziarie che il governo ha varato stanno per mettere in crisi le università italiane (quindi anche la nostra) con effetti micidiali per la sopravvivenza delle stesse.
La crisi finanziaria prospettata dall’Amministrazione porterebbe ad effetti potenzialmente fallimentari entro il 2013. Se così fosse, non sarebbe possibile esercitare più alcuna attività di conto terzi (per non parlare dei problemi con la didattica e la ricerca).
In questa situazione non è accettabile e nemmeno ipotizzabile che l’attività di conto terzi venga svolta a prevalente beneficio dei partecipanti.

Come parti sindacali ci siamo trovati ripetutamente nei giorni precedenti all’ultima seduta di contrattazione (16 luglio), per cercare di concordare una proposta unitaria da porre all’amministrazione.

La maggioranza delle sigle (CGIL, CISL, UIL e RdB) e delle RSU si è trovata concorde su una proposta che accetta da un lato alcune richieste dell’Amministrazione (maggiore liberalizzazione dei compensi diretti, per incentivare l’attività di conto terzi), ma allo stesso tempo propone che ci sia maggior rigore nel chiedere un contributo a favore dell’ateneo da parte di tutti i beneficiari dei compensi diretti.

Su questa proposta non siamo riusciti a portare a termine un percorso sindacale unitario, e la sigla CONFSAL ha deciso di presentare una propria diversa ipotesi.

L’Amministrazione ha formulato una controproposta, che dobbiamo ancora valutare.

Per questo motivo il 16 luglio abbiamo potuto siglare solo la preintesa sulla parte normativa (sulla quale tutte le parti sindacali sono concordi).

Resta ancora aperta la discussione sulla parte economica (senza la quale il regolamento è incompleto e sostanzialmente inapplicabile). Questa discussione deve a nostro avviso essere condotta con senso di responsabilità, e di equilibrio nel chiedere a tutti di contribuire a far fronte alle difficoltà finanziarie del nostro ateneo:

E' il nostro posto di lavoro che è messo in discussione, non una indennità più o meno consistente!

Nella fretta si rischia di avvallare un regolamento inefficace nel garantire delle risorse che in questo momento diventano vitali per le casse della nostra università.

Confidiamo che su queste basi sarà possibile giungere ad un accordo condiviso da tutti i soggetti sindacali, dalle RSU e dall’amministrazione.

2)Contratto integrativo dei Lettori

La commissione paritetica ha lavorato a ritmi serrati, snellendo le parti della proposta che era possibile ricondurre alla normativa generale, e prevedendo degli interventi regolamentari a parte per alcune questioni (reclutamento, ad esempio). Si può dire che la discussione sia quasi giunta al termine, ma resta ancora sul tavolo (a parte alcune questioni come la formazione) la questione del trattamento economico.
Su questa materia la commissione si è aggiornata al 16 settembre.

martedì 29 luglio 2008

Finanziaria 2009: offensiva a tutto campo contro i lavoratori

Sabato 26 luglio, il ministro Brunetta si esibiva in funamboliche argomentazioni della propria azione sulle pagine del Corriere della Sera.
In una sua lettera al quotidiano dichiarava infatti che i dipendenti pubblici fannulloni sarebbero difesi dai sindacati, mentre il ministero di cui é al vertice ha diramato un'indagine secondo la quale le norme previste dal decreto Tremonti avrebbero già ottenuto il risultato di far calare, nel pubblico impiego, del 15% le assenze per malattia registrate nel periodo maggio-giugno.

La questione é curiosa: i dati si riferiscono al mese di Giugno, ma il decreto legge 112/08 é stato pubblicato appena il 25 giugno 2008, a fine mese dunque.
Che il nostro beneamato ministro abbia poteri esoterici tali da far spaventare i fannulloni, ancor prima di aver varato la nuova normativa sulle malattie?

Del resto, in questa gara al massacro (morale e materiale) dei lavoratori dipendenti nessuno vuole rimanere escluso.
Ed ecco che il governo vara in tutta fretta il testo preliminare della finanziaria per il 2009.
Una norma inizialmente inserita nel testo annulla la possibilità di un lavoratore precario del settore privato (nel pubblico questa possibilità é espressamente esclusa dal decreto legge 165/2001) di farsi riconoscere dal giudice del lavoro il diritto ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, nel caso i suoi rapporti di lavoro con lo stesso datore fossero ritenuti un abuso e iterati per evitare l'assunzione con un contratto a tempo indeterminato di tipo subordinato.

Non a caso questa norma é stata definita "ammazza-precari", ma alcuni ministri (Sacconi e Brunetta) hanno ammesso l'ingiustizia. Sacconi in particolare ha cercato di difendere l'operazione spiegando che era stata inserita per evitare che i precari delle Poste (società ormai privatizzata) "approfittassero" (sic) del diritto di ottenere la stabilizzazione per via giudiziaria.
Siccome la finanziaria deve però procedere il suo iter parlamentare, Sacconi ha invocato un futuro emendamento per rimediare allo "scivolone".

Su questa vicenda occorre sottolineare due questioni:

1)In sintesi non ci si fa scrupolo di lasciare dei precari per strada (pubblici o privati che siano), si vuole anzi evitare che essi si "approfittino" della legge per difendere un loro diritto.


2)Le Poste Italiane sono un ente privatizzato ora divenuto società per azioni. Se per analogia altre pubbliche amministrazioni (ad esempio le università) dovessero subire in futuro la stessa sorte (privatizzazione), il governo emetterà un provvedimento per impedire anche ai precari di quelle amministrazioni di reclamare un loro diritto per le vie legali?
In altre parole: ci dovremo attendere tutti gli svantaggi del pubblico e nessun vantaggio del privato?

sabato 26 luglio 2008

Sistema pensionistico, dal 2013 non basteranno 62 anni di età

Lo afferma il ministro del lavoro Sacconi, intervistato dal quotidiano"La Repubblica".
Afferma che é necessaria una revisione del sistema pensionistico per questioni "demografiche e della globalizzazione".
Inoltre, il mercato del lavoro non va proprio ed é necessario <<de-regolarizzare le regole di gestione dei rapporti di lavoro". Questa la ricetta che passa dal superamento della "contrapposizione tra Stato e mercato ovvero tra privato e pubblico", perché un welfare delle opportunità "non può che scommettere su una virtuosa alleanza tra mercato e solidarietà". Quindi maggiore diffusione per i fondi previdenziali e sanitari complementari, cui lo Stato può dare una mano attraverso "una fiscalità di vantaggio">>

Globalizzazione. De-regolamentare. Opportunità. Vantaggio. Per chi?
Il sistema pensionistico non va. Si dice. Allora cosa si propone? Di aprire ai fondi pensionistici privati, attraverso una "fiscalità di vantaggio". In altre parole, detassando il denaro versato a fondi privati.

Il quesito che sorge spontaneo é: non si faceva prima a detassare (per il datore di lavoro e per il lavoratore) una maggiore quota versata al sistema previdenziale pubblico?
Così lo Stato ci rimette e ci guadagnano (sicuramente) i privati gestori dei fondi. pensionistici Per sapere se i lavoratori iscritti agli stessi ci hanno guadagnato qualcosa, invece, dovremo aspettare diverso tempo.
Per non parlare dei pessimi risultati che alcuni fondi pensionistici hanno ottenuto (in alcuni casi con il risultato di chiusure fallimentari), e del futuro non roseo che si prospetta con la crisi finanziaria innescata dal crack dei mutui americani.

Si parla sempre dei vantaggi del privato, ma siamo sicuri che sia veramente così?

martedì 22 luglio 2008

DPEF, un attacco mortale per l'università: assemblea generale di ateneo

MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO: UN ATTACCO MORTALE ALL’ UNIVERSITA’ PUBBLICA

FLC-CGIL, CISL Università, UIL PA-UR
SINDACATI UNIVERSITA’
INDICONO

ASSEMBLEA GENERALE
DEL PERSONALE
APERTA AGLI STUDENTI


I provvedimenti del governo:

  • Si tagliano le risorse economiche per il funzionamento ordinario degli atenei
  • Si spingono le Università alla trasformazione (nei fatti inapplicabile) in fondazioni di diritto privato.
  • Si riduce il salario di base e accessorio del personale,.
  • Si attaccano i diritti che tutelano le condizioni di lavoro? il futuro dei giovani è il precariato.

Le conseguenze:

  • Crisi finanziaria degli atenei: entro il 2013 non si riuscirà a pagare gli stipendi!
  • Inevitabile un aumento notevole delle tasse degli studenti.
  • Blocco di fatto delle stabilizzazioni.
  • Nessuna prospettiva di carriera accademica per i neo-laureati, i dottorandi e i ricercatori precari.
  • Declino della formazione universitaria, della ricerca.

La situazione è grave: diffondiamo la notizia e partecipiamo all’assemblea generale!

Dobbiamo fermarli!!!

Venerdì 25 Luglio ore 10.00 – 12.00
Edificio H3, aula 1B
Piazzale Europa



Interverranno:
Wolfango Pirelli della segreteria nazionale FLC-CGIL
I segretari regionali confederali di CGIL, CISL e UIL