giovedì 26 marzo 2009

A proposito di promesse fatte e non mantenute...

Il Ministro Brunetta smentisce le norme sottoscritte da Cisl e Uil nei contratti del secondo biennio.
Pubblichiamo il comunicato della segreteria nazionale sulle norme contenute nel Decreto Legge 5/2009 (il cosiddetto decreto Auto) in discussione in parlamento. Il Ministro Brunetta ha presentato un emendamento che vanifica la promessa del recupero del taglio del 10% operato sul salario accessorio con la legge 133/08 tanto sbandierato dai sindacati che hanno firmato i rinnovi contrattuali dei bienni economici 2008/2009 dei settori pubblici.
Roma, 24 marzo 2009__________________
Comunicato della Segreteria Nazionale della FLC Cgil
La FLC Cgil ha sostenuto tra le ragioni per un giudizio negativo sui contratti del secondo biennio economico 2008-2009 dell'Università e della Ricerca il mancato ripristino delle risorse del salario accessorio tagliate con la legge finanziaria 133 dello scorso anno.
Come è noto infatti l'incremento del 3,2% previsto dai contratti 2008-2009 oltre ad essere molto al di sotto dell'inflazione reale, viene ulteriormente annullato dal taglio del 10% operato sui fondi del salario accessorio a partire dal 2009
Le OOSS che hanno firmato quelle intese hanno citato a propria difesa, nei loro comunicati, la parte dei contratti in cui si richiama l'impegno del Governo a "recuperare, sulla base di apposite disposizioni di legge, entro il 30 giugno i tagli ai fondi di cui all'art 67 comma 4 della legge 133".
Abbiamo sempre sostenuto che questo impegno del Governo non sarebbe stato mantenuto ed i fatti ci stanno dando ragione!
Infatti, nel corso della discussione parlamentare del Decreto Legge 5/2009 (il cosiddetto decreto Auto) è stato inserito un articolo che prevede, da parte del Governo un decreto per ridefinire i criteri ed i parametri di misurabilità dei risultati nella Pubblica Amministrazione, ai fini dell'erogazione del salario accessorio, senza contrattazione sindacale e con le risorse ridotte del 10% come previsto dalla Legge 133.
L'articolo in questione consente solo di recuperare le eventuali economie con riferimento ai fondi previsti da leggi speciali, che non riguardano, però, Università e Ricerca.
Nel contempo si interviene pesantemente ed in modo unilaterale a determinare i criteri di utilizzo del salario accessorio.
Anche questi fatti confermano il giudizio negativo, sostenuto, peraltro in questi giorni dal voto di migliaia di lavoratori nell'Università, dei contratti sul secondo biennio 2008-2009 firmati da CISL e UIL.
Si trattava e si tratta, come la FLC Cgil sostiene da tempo, di contratti a perdere.

Roma, 24 marzo 2009

lunedì 23 marzo 2009

Richiesto un incontro urgente al ministro Gelmini per illustrare le proposte sindacali unitarie sul sistema universitario

Dal sito della FLC-CGIL nazionale:

FLC CGIL, CISL Università, UIL P.A.-U.R , ADU, ADI, ANDU, APU, CISAL Università, CNU, CNRU, SUN, UDU, UGL Università e Ricerca, richiedono un incontro urgente al Ministro Gelmini per illustrare le proprie proposte sul sistema universitario.
Richiesta anche l’audizione alle commissioni parlamentari ed al CUN.

Roma, 23 marzo 2009
__________________

ADU, ADI, ANDU, APU, CISAL Università, CISL Università, CNU, CNRU,
FLC CGIL, SUN, UIL P.A.-U.R. AFAM, UDU, UGL Università e Ricerca

URGENTE

All’on. Mariastella GELMINI
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ogetto: Richiesta di incontro per un confronto sulle principali questioni universitarie

Signor Ministro,

apprendiamo dalla stampa che sono in corso di predisposizione provvedimenti legislativi importanti per l'Università.

Nel mese di dicembre 2008, nel corso di un incontro con alcune Organizzazioni da Lei convocato, è stata annunciata l'intenzione di aprire, a partire da gennaio 2009, tavoli di confronto tematici su tutti gli aspetti oggetto di possibili interventi legislativi. Da quel giorno il silenzio da parte del Ministero è stato totale, mentre proseguono, in varie forme e con diversi interlocutori, discussioni su temi che dovrebbero essere in primo luogo oggetto di confronto con le Organizzazioni e Associazioni della docenza universitaria, dei precari, dei dottorandi e degli studenti.

Le chiediamo di attivare immediatamente i tavoli di confronto che erano stati annunciati, sui quali formalizzare lo stato dell'arte dell'elaborazione e del programma del Governo in materia di Università.

Le chiediamo anche di poterla al più presto incontrare per illustrarle i contenuti del nostro “Programma per l'Università” che contiene precise proposte per la soluzione dei più gravi e più urgenti problemi dell'Università.
Con i più distinti saluti.

ADU, ADI, ANDU, APU, CISAL Università, CISL Università, CNU, CNRU,
FLC CGIL, SUN, UIL P.A.-U.R. AFAM, UDU e UGL Università e Ricerca

lunedì 16 marzo 2009

18 marzo: Molti i motivi per scioperare.

Astenersi dal lavoro è una forma di lotta impegnativa, soprattutto nei settori pubblici, dove - è bene ricordarlo - il sindacato per primo ha voluto forme di autoregolamentazione, affinché la protesta non danneggiasse troppo i cittadini. Astenersi dal lavoro è anche una forma di lotta a carico del lavoratore e quindi non è mai una decisione presa con leggerezza, soprattutto quando gli stipendi non sono stratosferici.

Eppure ci sono tante ragioni per scioperare ancora una volta contro la politica di questo governo nei nostri settori. Una politica asfittica, fatta di tagli e di smantellamenti che sta mettendo in ginocchio il nostro sistema di istruzione e formazione e fermando la ricerca. Non è una novità, l'Italia scivola sempre più in coda, e sempre più velocemente anche perché altri paesi hanno capito che una delle strade per uscire dalla crisi è investire in conoscenza, aumentare gli stipendi medi, offrire ammortizzatori sociali alle categorie più deboli... esattamente il contrario di quanto sta facendo il governo Berlusconi. Con un aggravante: il disegno sciagurato di attacco ai diritti collettivi e individuali, alla libertà della persona, alla garanzie costituzionali.

È facile dire perché si deve scioperare contro questo governo. Ma il 18 marzo lo sciopero è soprattutto per ottenere delle cose.
Innanzitutto, riavere il maltolto, cioè le risorse tagliate dalla legge 133/08. Dei contratti che non siano solo a perdere e soprattutto il ripristino del contratto nazionale a garanzia del lavoro. L'introduzione di regole democratiche che permettano ai lavoratori di pronunciarsi sugli accordi.

Il ritiro delle norme tante care a Brunetta che penalizzano chi è ammalato. Il ritiro del disegno di legge Aprea sulla scuola che non solo cancella l'autonomia delle singole istituzioni ma penalizza e avvilisce la libertà d'insegnamento e l'autonomia professionale di docenti e dirigenti, oltre a togliere completamente la parola al personale Ata.

Il ritiro del ddl Sacconi che cancella il diritto di sciopero, l'unica arma di legittima difesa dei lavoratori.
Ma lo sciopero è anche per riaffermare l'urgenza di un vero progetto riformatore in tutti i settori della conoscenza, un progetto moderno che scaturisca dalle migliori esperienze sul campo, che sia condiviso e partecipato dagli operatori dei settori e dai cittadini. Un progetto ambizioso per elevare i livelli di cultura e formazione dei cittadini a partire dalla scuola dell'infanzia per tutto l'arco della vita, passando per l'università, la formazione e l'aggiornamento professionale. Un progetto che valorizzi come fatto formativo anche il patrimonio artistico e la tradizione artistica e musicale del nostro paese. Un progetto che rilanci la ricerca di base, negli enti e nelle università, che permetta alle intelligenze italiane di produrre qui e non altrove.

Lo sciopero è anche a difesa dell'occupazione, per salvaguardare non solo le persone dallo spettro della disoccupazione, ma anche i nostri settori da un depauperamento di risorse umane necessarie al loro funzionamento.

Per questo mercoledì 18 marzo, ci troviamo a Udine, in piazzale Diacono, alle 14.00

Chi volesse recarsi a Udine con i pulmann organizzati dalla CGIL, può contattare il seguentie indirizzo e-mail: trieste@flcgil.it

Oppure direttamente la FLC-CGIL in università: flccgil@units.it

domenica 15 marzo 2009

A proposito di ferie...

PARLIAMOCI CHIARO......

Giovedì 12 marzo in contrattazione il direttore amministrativo ha portato al tavolo come argomento NON NEGOZIABILE la chiusura totale dell'ateneo a fini di risparmio per 6 giorni nel 2009 e 2 giorni nel 2010.
Ha proposto di destinare alle provvidenze per il personale metà del risparmio conseguito (24.000 euro circa) .

In caso di contrarietà da parte sindacale, il direttore ha sostenuto di potersi in ogni caso regolare secondo quanto previsto dalla normativa (Tradotto: l’amministrazione potrà decidere anche più di 8 giorni di chiusura e senza destinare nulla al personale).

RdB ha protestato sostenendo che ci sono altri modi di risparmiare, proponendo di utilizzare un metodo più flessibile (come l’anno scorso).

La CGIL e alcune RSU hanno affermato che:
1. La chiusura non può significare per il personale rientrare in ambienti gelidi o torridi, ciò è inaccettabile.
2. E' doverosa l'attenzione per il personale che ha necessità di utilizzare le ferie per prendersi cura dei propri parenti, pertanto si è chiesto di garantire il servizio in altra sede a chi volesse comunque lavorare.
3. In ogni caso non potendo avere la certezza che il personale docente non acceda agli edifici (vi sono esperimenti in corso), vi sarebbero due pesi e due misure.

Nessun sindacato ha dato adesione alla proposta dell’’amministrazione. La CONFSAL ha espresso il suo apprezzamento per la volontà di risparmio dell’amministrazione. La RSU non si è espressa a favore o contro la proposta.

Il comunicato di RdB circolato in questi giorni è quindi in buona parte strumentalmente falso.

In merito ci preme osservare alcuni FATTI:

Quando si è trattato di pretendere che in contrattazione si affrontasse il contratto integrativo dei lettori, che l’amministrazione voleva rimandare, la CGIL è stata l’unica sigla che ha chiesto di discuterne subito i punti essenziali.
In assenza di un fronte sindacale compatto, l'amministrazione ha potuto quindi spostare agevolmente la trattativa sul contratto dei lettori al 7 aprile.

In assenza di un fronte sindacale compatto, l'amministrazione ha potuto quindi spostare agevolmente la trattativa sul contratto dei lettori al 7 aprile.

In sintesi: abbiamo avuto 3 ore di contrattazione per discutere di temi non trattabili o che non erano all'ordine del giorno.

Allora: cosa ha ottenuto RdB? Personale scontento (ancora di più), consenso acquisito?
RDB non si fa scrupolo di spargere menzogne sull'andamento delle trattative, con il dichiarato scopo di raccattare qualche tessera.

Se chi rappresenta al tavolo i colleghi ha veramente a cuore la tutela del personale deve cambiare registro.

Deve smettere di disertare sistematicamente le riunioni sindacali in preparazione delle trattative, dove si può raggiungere un fronte coeso e più forte.

Deve smettere di organizzare sistematicamente la propria attività in funzione del consenso che può acquisire, senza riguardi per gli interessi reali e concreti del personale.

Ci lascia perplessi il comportamento di chi le vertenze preferisce farle con le altre organizzazioni sindacali anziché (come sarebbe logico) con la controparte.

Matteo Slataper
RSU FLC-CgIL Università di Trieste