venerdì 26 settembre 2008

Università e ricerca: il Governo si accinge a bloccare definitivamente tutte le stabilizzazioni

L'emendamento che il Governo si accinge a presentare per bloccare le stabilizzazioni nel pubblico impiego avrà come effetto il licenziamento di migliaia di persone che da anni operano nelle università e negli enti di ricerca permettendo a questi di svolgere i loro ruoli istituzionali.

Il sindacato, unitariamente, respinge con decisione questa scellerata decisione.

Roma, 26 settembre 2008

-------------------

FLC Cgil - FIR Cisl - Cisl Università - UILPA UR AFAM
Comunicato al personale

Il Governo Berlusconi, dopo aver dato il via aduna Finanziaria 2009 che restringe ulteriormente i già falcidiati spazi e risorse della contrattazione pubblica, si accinge ad approvare, all'interno del collegato "monstre" (ddl n. 1441 in iter di approvazione parlamentare)
un emendamento nel quale si sopprimono le disposizioni del comma 519 della L. n. 296 (finanziaria 2007) e di tutte le misure normative successive finalizzate alla stabilizzazione del precariato pubblico, dalla cui permanenza dipendono, invece,le speranze di mantenimento in servizio e di futura stabilizzazione di migliaia e migliaia di lavoratori precari pubblici.

Gli effetti disastrosi di tale emendamento,voluto con forza dal duo Brunetta- Tremonti, sono meglio comprensibili se si pensa che nello stesso emendamento si arriva addirittura a sostenere la decadenza automatica dei contratti attualmente in proroga! Ciò entro 30 gg dall'entrata in vigore del provvedimento di legge, mettendo così letteralmente per strada migliaia di persone!

A questo punto alla misura già colma si aggiunge quella che noi non esitiamo a definire una vera e propria provocazione politica e sociale che fa traboccare il vaso!

Non è stato sufficiente punire chi è effettivamente malato o costretto ad assistere un portatore di handicap! Non basta un'ulteriore "tassa" sul lavoratore pubblico che perderà, nel migliore dei casi, almeno il 10% del proprio emolumento accessorio! Non bastano i tagli agli organici, il blocco delle assunzioni e del turn-over, il raffreddamento "ad infinitum" dello stesso processo di stabilizzazione! Non bastano i tagli ai fondi dell'Università, i progetti di sua privatizzazione, le misure, senza vera ratio e progetto, di ulteriore riassetto degli Enti di Ricerca!Non è stato sufficiente colpire il sindacato nelle sue prerogative essenziali e spazi di negoziazione!

Si è voluto andare ancora più avanti attaccando, socialmente, iniquamente ed incostituzionalmente, la parte più debole del sistema!

Si cerca di entrare con il bisturi di una demagogia impietosa, ammantata di finta efficienza e finta difesa dello stato di diritto, nella carne viva di giovani, precari di tutte le età e delle loro famiglie!

La reazione del sindacato e di tutti i lavoratori non può che essere immediata e vigorosa.

Nei nostri settori, all'interno dei quali il "precariato" svolge una funzione essenziale, la mobilitazione di tutti i lavoratori deve sollecitare la pronta e ci auguriamo solidale iniziativa dei vertici di Enti ed Atenei -Presidenti e Direttori Generali degli Enti, Rettori, Direttori Amministrativi Senati Accademici -per spingere su Governo e Parlamento al fine di mutare da subito assurdi quanto iniqui orientamenti.

Roma, 26 settembre 2008

--------------------

Qui il link all'estratto del testo che cancella le stabilizzazioni.

Quanto ancora ci faremo calpestare?


Quanti soprusi dovremo subire prima di dire basta?


Oggi vogliono licenziare i precari, domani vorranno avere la libertà di licenziare tutti gli altri!

Mandiamo a casa i veri fannulloni!

Q
uesto è il nostro Paese, questa è la nostra vita, questo è il nostro futuro: riprendiamoceli!

martedì 23 settembre 2008

Sabato 27 settembre, Trieste Largo Barriera Vecchia

UNIVERSITA’ IN VIA DI ESTINZIONE


I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO SMANTELLANO L’UNIVERSITA’ PUBBLICA


• I finanziamenti per far funzionare gli Atenei diminuiscono drasticamente (1 miliardo e 300 milioni in meno nei prossimi 5 anni) con aumento dei costi per famiglie e studenti e l’impossibilità di avere nella ricerca e nella didattica standard europei.

• Blocco della possibilità per i nostri migliori ragazzi di lavorare nelle Università italiane (1 sola assunzione ogni 5 pensionamenti) e ulteriore fuga dei giovani all’estero.

• Possibile trasformazione delle Università in Fondazioni di diritto privato:
meno garanzie per la libertà di ricerca e insegnamento e per la qualità degli studi, pochi diritti per chi lavora

• Taglio dei salari di chi lavora nelle Università:
personale sempre meno pagato, al di sotto degli standard europei e aumento del lavoro precario: è questo l’investimento per una nuova società della conoscenza?

DIFENDIAMO IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE E DEI GIOVANI

FERMIAMO I PROVVEDIMENTI CHE STRANGOLANO L’UNIVERSITA’, RIDUCONO I DIRITTI DEI CITTADINI E LE OPPORTUNITA’ DI CRESCITA CULTURALE ED ECONOMICA DEL PAESE.

MOBILITAZIONE NAZIONALE
Per i diritti, per cambiare le scelte del governo

Sabato 27 settembre, Trieste, Largo Barriera Vecchia dalle 10.00 alle 20.00 presidio CGIL

DALLE 15.30 ALLE 18.00 SI PARLERA’ DI SCUOLA, UNIVERSITA’ E RICERCA

martedì 16 settembre 2008

27 settembre: mobilitazione nazionale contro le politiche del governo

Le decisioni del governo in merito alla politica economica, sociale e del mercato del lavoro sono gravissime e porteranno a danni difficilmente sanabili se portate a compimento: colpiscono i diritti dei lavoratori di tutti i settori pubblici e privati, minano alla base i diritti sociali e di cittadinanza.

In merito a scuola, università, ricerca, alta formazione artistica e musicale esse prevedono: il taglio di migliaia di posti di lavoro, il ritorno al maestro unico nella scuola primaria, nessuna risorsa per i rinnovi dei contratti, nessun investimento per il funzionamento della scuola e l'edilizia scolastica, il licenziamento dei precari della scuola e il rallentamento delle altre stabilizzazioni, l'impoverimento e affossamento della ricerca pubblica e la chiusura di molti enti, campagne diffamatorie e norme lesive la dignità dei lavoratori pubblici.

La FLC Cgil invita le lavoratrici e i lavoratori della Conoscenza, già impegnati nelle tante iniziative unitarie e di sigla che si stanno attuando da giorni in molte città, a partecipare alla giornata di mobilitazione nazionale del 27 settembre promossa dalla CGIL per contrastare le scelte del Governo che penalizzano giovani, lavoratori e pensionati, mettendo a repentaglio il futuro del Paese.

Nei prossimi gironi non mancheremo di dare notizia sulle iniziative organizzate a Trieste per il 27 settembre.

--
FLC-CGIL Università di Trieste

lunedì 15 settembre 2008

Quando i ministeri danno i numeri...

...sotto sotto si sente puzza di bruciato.

Ed infatti puntualmente (ad Agosto) il nostro beneamato Brunetta ha dichiarato che i dati gli danno ragione: grazie ai suoi provvedimenti le assenze per malattia sono crollate (meno 9,2 % a maggio e meno 18,2% a giugno): tutti fannulloni che sono restati sul lavoro?

Al di là del ragionevole dubbio (quanti hanno deciso di andare comunque a lavorare, pur avendo effettivamente dei problemi di salute, per non perdere una fetta di stipendio?), é interessante verificare la qualità di questi dati.
Se si scava nelle fonti di queste affermazioni, emerge che esse si basano su un indagine pilota del ministero della funzione pubblica, basata su, udite, udite: 27 amministrazioni (su 9800 circa), in 20 delle quali le assenze sono risultate in calo.

Vi sembra uno scherzo? Non lo é: si vuol far bere agli italiani la storiella dell'efficacia delle norme brunetttiane basandosi sui dati di 20 amministrazioni su quasi 10.000!

Quello che é più grave é che probabilmente molti di questi "mancati assenteisti" in realtà avrebbero avuto veramente un motivo di salute per restare a casa, ma sono stati costretti a rinunciare per colpa dell'odioso ricatto della decurtazione della paga.

Quello che interesserebbe sapere é se ai parlamentari (e ministri) decurtano la paga in caso di assenza dall'aula (forse sì, ma viene spontaneo ricordare l'indecente pratica dei "pianisti", che votano per i colleghi assenti)...

...la realtà é che chi é più debole e le persone in difficoltà vengono visti come un fastidioso peso da evitare, infatti credo in questo senso si possa leggere l'intenzione di Brunetta di mettere mano alla legge 104, quella che agevola i lavoratori con familiari in gravi condizioni di salute.

Brunetta ha avuto qualche successo mediatico nel suo spargere mistificazioni, di conseguenza la nostra ministra Gelmini ha pensato che il trucchetto potesse funzionare anche per lei, e così ha candidamente dichiarato che il 93% dei fondi della scuola pubblica servono a pagare lo stipendio degli insegnanti: che i cittadini si indignino un po' con queste sanguisughe senza un briciolo di coscienza!!

Anche qui, i numeri si lasciano scrivere.
In realtà il 93% delle risorse serve per il funzionamento corrente, e solo l'80% per gli stipendi: la cifra é nella media dei paesi più avanzati, ma questo non sembra preoccupare la nostra ministra (per maggiori dati si può leggere qui): l'importante é sollevare un polverone e distogliere l'attenzione dai provvedimenti pronti ad essere varati.

Il primo é alla cronaca: reintroduzione del maestro unico alle scuole elementari (83.000 posti di lavoro in meno circa), riduzione del tempo pieno, voto in condotta, grembiule (!), e chi ne ha più ne metta. Un ritorno al passato, per risparmiare, ma soprattutto per mettere in crisi irreversibile il sistema dell'istruzione pubblica.

A seguire senza ombra di dubbio pesanti interventi sulle scuole medie inferiori e superiori: riduzione degli orari (soprattutto per l'istruzione professionale e tecnica: le scuole di serie B, dove si vuole relegare le classi meno abbienti del paese) e della durata degli studi (ma solo per gli studenti che non proseguono gli studi all'università: ancora una volta un provvedimento classista).

Qui non si parla nemmeno più di posti di lavoro e stipendi: é in gioco il futuro del paese.
E' in gioco la possibilità delle generazioni più giovani di costruirsi una vita secondo le loro inclinazioni e migliori ispirazioni.
Invece di agevolare l'accumulazione di conoscenza e di incoraggiare i giovani a osare, per seguire i propri sogni e costruire un progetto di vita soddisfacente, si vuole incatenare le generazioni future alla propria classe di appartenenza impedendo la mobilità sociale, sminuendo le capacità personale, avvilendo la speranza di poter migliorare la propria condizione sociale.

E' ora che noi lavoratori dipendenti ci svegliamo e che mandiamo un preciso segnale al governo: devono cambiare musica in fretta, non accetteremo passivamente che ci mettano in catene!

Matteo Slataper
RSU FLC-CGIL