martedì 29 luglio 2008

Finanziaria 2009: offensiva a tutto campo contro i lavoratori

Sabato 26 luglio, il ministro Brunetta si esibiva in funamboliche argomentazioni della propria azione sulle pagine del Corriere della Sera.
In una sua lettera al quotidiano dichiarava infatti che i dipendenti pubblici fannulloni sarebbero difesi dai sindacati, mentre il ministero di cui é al vertice ha diramato un'indagine secondo la quale le norme previste dal decreto Tremonti avrebbero già ottenuto il risultato di far calare, nel pubblico impiego, del 15% le assenze per malattia registrate nel periodo maggio-giugno.

La questione é curiosa: i dati si riferiscono al mese di Giugno, ma il decreto legge 112/08 é stato pubblicato appena il 25 giugno 2008, a fine mese dunque.
Che il nostro beneamato ministro abbia poteri esoterici tali da far spaventare i fannulloni, ancor prima di aver varato la nuova normativa sulle malattie?

Del resto, in questa gara al massacro (morale e materiale) dei lavoratori dipendenti nessuno vuole rimanere escluso.
Ed ecco che il governo vara in tutta fretta il testo preliminare della finanziaria per il 2009.
Una norma inizialmente inserita nel testo annulla la possibilità di un lavoratore precario del settore privato (nel pubblico questa possibilità é espressamente esclusa dal decreto legge 165/2001) di farsi riconoscere dal giudice del lavoro il diritto ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato, nel caso i suoi rapporti di lavoro con lo stesso datore fossero ritenuti un abuso e iterati per evitare l'assunzione con un contratto a tempo indeterminato di tipo subordinato.

Non a caso questa norma é stata definita "ammazza-precari", ma alcuni ministri (Sacconi e Brunetta) hanno ammesso l'ingiustizia. Sacconi in particolare ha cercato di difendere l'operazione spiegando che era stata inserita per evitare che i precari delle Poste (società ormai privatizzata) "approfittassero" (sic) del diritto di ottenere la stabilizzazione per via giudiziaria.
Siccome la finanziaria deve però procedere il suo iter parlamentare, Sacconi ha invocato un futuro emendamento per rimediare allo "scivolone".

Su questa vicenda occorre sottolineare due questioni:

1)In sintesi non ci si fa scrupolo di lasciare dei precari per strada (pubblici o privati che siano), si vuole anzi evitare che essi si "approfittino" della legge per difendere un loro diritto.


2)Le Poste Italiane sono un ente privatizzato ora divenuto società per azioni. Se per analogia altre pubbliche amministrazioni (ad esempio le università) dovessero subire in futuro la stessa sorte (privatizzazione), il governo emetterà un provvedimento per impedire anche ai precari di quelle amministrazioni di reclamare un loro diritto per le vie legali?
In altre parole: ci dovremo attendere tutti gli svantaggi del pubblico e nessun vantaggio del privato?

sabato 26 luglio 2008

Sistema pensionistico, dal 2013 non basteranno 62 anni di età

Lo afferma il ministro del lavoro Sacconi, intervistato dal quotidiano"La Repubblica".
Afferma che é necessaria una revisione del sistema pensionistico per questioni "demografiche e della globalizzazione".
Inoltre, il mercato del lavoro non va proprio ed é necessario <<de-regolarizzare le regole di gestione dei rapporti di lavoro". Questa la ricetta che passa dal superamento della "contrapposizione tra Stato e mercato ovvero tra privato e pubblico", perché un welfare delle opportunità "non può che scommettere su una virtuosa alleanza tra mercato e solidarietà". Quindi maggiore diffusione per i fondi previdenziali e sanitari complementari, cui lo Stato può dare una mano attraverso "una fiscalità di vantaggio">>

Globalizzazione. De-regolamentare. Opportunità. Vantaggio. Per chi?
Il sistema pensionistico non va. Si dice. Allora cosa si propone? Di aprire ai fondi pensionistici privati, attraverso una "fiscalità di vantaggio". In altre parole, detassando il denaro versato a fondi privati.

Il quesito che sorge spontaneo é: non si faceva prima a detassare (per il datore di lavoro e per il lavoratore) una maggiore quota versata al sistema previdenziale pubblico?
Così lo Stato ci rimette e ci guadagnano (sicuramente) i privati gestori dei fondi. pensionistici Per sapere se i lavoratori iscritti agli stessi ci hanno guadagnato qualcosa, invece, dovremo aspettare diverso tempo.
Per non parlare dei pessimi risultati che alcuni fondi pensionistici hanno ottenuto (in alcuni casi con il risultato di chiusure fallimentari), e del futuro non roseo che si prospetta con la crisi finanziaria innescata dal crack dei mutui americani.

Si parla sempre dei vantaggi del privato, ma siamo sicuri che sia veramente così?

martedì 22 luglio 2008

DPEF, un attacco mortale per l'università: assemblea generale di ateneo

MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO: UN ATTACCO MORTALE ALL’ UNIVERSITA’ PUBBLICA

FLC-CGIL, CISL Università, UIL PA-UR
SINDACATI UNIVERSITA’
INDICONO

ASSEMBLEA GENERALE
DEL PERSONALE
APERTA AGLI STUDENTI


I provvedimenti del governo:

  • Si tagliano le risorse economiche per il funzionamento ordinario degli atenei
  • Si spingono le Università alla trasformazione (nei fatti inapplicabile) in fondazioni di diritto privato.
  • Si riduce il salario di base e accessorio del personale,.
  • Si attaccano i diritti che tutelano le condizioni di lavoro? il futuro dei giovani è il precariato.

Le conseguenze:

  • Crisi finanziaria degli atenei: entro il 2013 non si riuscirà a pagare gli stipendi!
  • Inevitabile un aumento notevole delle tasse degli studenti.
  • Blocco di fatto delle stabilizzazioni.
  • Nessuna prospettiva di carriera accademica per i neo-laureati, i dottorandi e i ricercatori precari.
  • Declino della formazione universitaria, della ricerca.

La situazione è grave: diffondiamo la notizia e partecipiamo all’assemblea generale!

Dobbiamo fermarli!!!

Venerdì 25 Luglio ore 10.00 – 12.00
Edificio H3, aula 1B
Piazzale Europa



Interverranno:
Wolfango Pirelli della segreteria nazionale FLC-CGIL
I segretari regionali confederali di CGIL, CISL e UIL

venerdì 18 luglio 2008

Appello perchè l'università resti pubblica

Questo appello è stato lanciato dai Comitati degli Iscritti della CGIL degli atenei pubblici di Milano (Statale, Bicocca e Politecnico).
Il Comitato degli Iscritti della CGIL dell’Università di Trieste aderisce all’appello e invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a firmarlo a partire dal link riportato in calce.

Appello perchè l'università resti pubblica

I sottoscritti firmatari di questo appello vedono nel Decreto Legge 112 del 25/6/2008 una minaccia mortale contro l’università pubblica : infatti i tagli ai trasferimenti statali dei fondi per il funzionamento saranno tali da portare alla privatizzazione come ad una scelta obbligata.

E non sarà certo l’afflusso di capitale privato a salvare le università: salvo pochissimi centri d’eccellenza si tratterà di Fondazioni che agiranno nel perseguimento di fini propri, in un contesto di estrema economia e che quindi si attiveranno subito nella direzione del taglio di costi e servizi (pur continuando a ricevere una quota di finanziamenti pubblici!).

Si creeranno poli universitari di serie A e di serie B (sulla base dei finanziamenti drenati dai privati), studenti di serie A e di serie B, docenti di serie A serie B.
L’istruzione non più un diritto per tutti, ma un privilegio per ricchi.

Al personale tecnico/amministrativo, già penalizzato da un contratto scaduto oltre da due anni, da un sottoinquadramento generalizzato e da carenze d'organico, si applicherà un nuovo contratto nell’ambito del settore privato, si produrranno ulteriori tagli al salario di produttività, agli organici e a una serie di diritti.

Ai numerosi precari che hanno lavorato per anni si rimette in discussione il tortuoso percorso di stabilizzazione intrapreso.

Al personale ricercatore e docente si offre di lavorare ed insegnare in un’università con sempre meno fondi per il funzionamento e la ricerca e con i vincoli che gli interessi dei privati finanziatori porranno alla libertà didattica e di ricerca.

Agli studenti, su cui ricadranno inevitabilmente le conseguenze di carenze e disservizi, si offre un futuro di inevitabili aumenti delle tasse e di riconduzione del sapere ai desiderata delle imprese.

Non più diritto allo studio per tutti garantito dall’Università Pubblica!
L’università perderà la sua autonomia!

Mai come oggi TUTTE le componenti delle Università italiane hanno interesse a unirsi e mobilitarsi contro una legge che mira alla distruzione dell’istruzione e della ricerca pubblica di ogni ordine e grado.

Sottoscrivete l’appello a partire da questo link.

giovedì 17 luglio 2008

DDL 112/08: gli effetti su Scuola, Università e Ricerca: manifestazione-dibattito a Trieste

Il decreto legge del 25 giugno colpisce duramente Scuola, Università e Ricerca del paese, mettendoli in gravissime difficoltà.
FLC-CGIL regionale, CISL-Scuola e UIL-Scuola del FVG organizzano un incontro dibattito aperto.

I LAVORATORI DELLA SCUOLA, DELL’UNIVERSITÀ
E DELLA RICERCA
CONTRO I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO
CHE COLPISCONO
IL SAPERE, LA CULTURA, LA CONOSCENZA

La manovra economica, il D.d.l. per la finanziaria 2009 e il D.L. 112/2008 non lasciano dubbi sulle intenzioni:

  • Nella scuola 8 miliardi di tagli fino al 2012, meno 100.000 insegnanti e 43.000 ATA. La rete scolastica viene saccheggiata peggiorando le regole per la formazione delle classi e dei posti del personale. Si disegna un sistema che vedrà la scomparsa delle scuole nei piccoli Comuni e la riduzione del diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione.
  • Si spinge per la privatizzazione delle Università mediante la trasformazione in fondazioni di diritto privato. Si rallentano le carriere dei docenti, si tagliano le risorse economiche per il funzionamento ordinario degli atenei e il salario accessorio del personale.
  • Nella ricerca si cancellano numerosi enti (compresi quelli predisposti alla tutela dell’ambiente) e li si subordina ai ministeri di riferimento.
  • Si attaccano i diritti che tutelano le condizioni di lavoro; il futuro dei giovani è il precariato.
Il Governo investe nell’ignoranza!!!

Intervengono:
le RSU di Scuola, le RSU di Ateneo di Trieste e Udine,
le RSU degli Enti di Ricerca;
F. Belci - Segretario generale regionale della CGIL;
G. Fania - Segretario generale regionale della CISL;
L. Visentini - Segretario generale regionale della UIL;
prof. F. Peroni - Rettore dell’Università di Trieste;
prof. S. Fantoni - Direttore della SISSA – Trieste;
I Parlamentari nazionali eletti nel FVG.

21 Luglio ore 16 - 19,30
Sala conferenze
Liceo Dante Alighieri
Via Giustiniano, 3 – Trieste
(vicino al palazzo della Regione p.zza Oberdan)

lunedì 14 luglio 2008

Art.71 del ddl 112/08: sulla malattia il primo dietrofront

Passano pochi giorni dall'approvazione del Decreto Legge 112 del 25 giugno e già i ministeri devono correre ai ripari (evidentemente c'é ancora bisogno di qualche fannullone).
Il 4 luglio scorso, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha dovuto infatti diramare un parere sull'applicazione dell'art. 71 (quello sulla malattia di cui si parla più sotto). E' evidente che qualcuno si é accorto della follia di una norma che prevedeva di obbligare tutti i dipendenti pubblici a recarsi presso strutture sanitarie pubbliche per avere delle certificazioni di malattia.

L'impaccio e l'imbarazzo di dover in sostanza rettificare quanto normato pochi giorni prima appare evidente. Gli ultimi tre paragrafi sono illuminanti:

"E’ però necessario per una più completa valutazione del valore formale da riconoscere alla certificazione medica, non utilizzare in termini ermeneutici il solo dato strutturale, e cioè quello relativo all’ente da cui promana la certificazione in esame.
Per una più corretta analisi della problematica è infatti necessario integrare la presente valutazione di alcune considerazioni che attengono il valore documentale che il vigente quadro giuridico riconosce a certificazioni che attestino la temporanea incapacità lavorativa di un dipendente."

In questo passaggio si scomoda addirittura il nobile esercizio dell'ermeneutica per cercare di arrampicarsi sugli specchi e non dover dare del cretino a chi ha scritto quell'articolo.
E più sotto ancora:

"Considerando che, secondo quanto prescritto dalle convenzioni adottate in conformità dagli accordi collettivi nazionali [...]in materia di regolazione dei rapporti fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i medici di medicina generale, questi ultimi sono tenuti al rilascio della certificazione “perincapacità temporanea al lavoro”[...] "

I tanto vituperati accordi collettivi nazionali pare adesso diventino fondamentali per recuperare un po' di buon senso.
Ed ecco il passaggio clou, di involontario umorismo:

"si ritiene che detti medici possano utilmente produrre la certificazione idonea a giustificare lo stato di malattia del dipendente nelle circostanze indicate all’art.71 del decreto legge n.112/2008."

Dovevamo aspettare che il Dipartimento della Funzione Pubblica ce lo spiegasse per capirlo, da soli noi pubblici dipendenti proprio non potevamo arrivarci...

... ma si sa, i pubblici dipendenti sono dei fannulloni e non si affaticano ad utilizzare la testa, ma dei nostri ministri che dire?

Matteo Slataper

RSU FLC-CGIL Università di Trieste

lunedì 7 luglio 2008

DPEF: le peggiori previsioni si confermano, anzi, la realtà le supera...

Abbiamo finalmente a disposizione il testo del Documento di Programmazione Economico Finanziaria: non piove, diluvia...

Per la complessità delle materie (e il loro numero) rimanderemo a dei link esterni con testi approfonditi di analisi, preme però sottolineare una cosa: molte norme sono già operative, in quanto lo stumento scelto (il decreto legge) é già operativo dal momento della pubblicazione in gazzetta ufficiale (25 giugno).

Colpiti tutti i settori del pubblico: nove minuti e mezzo di furia, anni e anni di disastri.
Il disastro che si prospetta (e per i settori della conoscenza, scuola, università e ricerca, pare sia un requiem) é di enormi proporzioni, e i componenti del governo hanno pure il coraggio di vantarsi della loro bravura: sono bastati nove minuti e mezzo per approvare il decreto!

Nove minuti e mezzo non bastano nemmeno per decidere quale film andare a vedere al cinema (ma spesso bastano tre secondi per scartare a priori le prime visioni, visti i nostri stipendi), questi "signori" invece si vantano di aver avviato la devastazione dei settori pubblici in 9 minuti e mezzo...

Art. 71, roba da manicomio
Sarcasmo a parte é interessante sottolineare quanto previsto dall'articolo 71, che tratta la certificazione e la regolamentazione della malattia nel pubblico impiego. Nella sua impostazione si capisce molto chiaramente che tale documento é animato da una furia punitiva nei confronti dei pubblici dipendenti, ma poco supportato da buon senso per quanto riguarda le soluzioni tecniche.
In generale si inaspriscono le norme che riguardano la certificazione della malattia (fascia oraria di presenza obbligatoria allargata, é previsto solo il trattamento economico fondamentale per i primi dieci giorni di malattia ed altre amenità), ma l'apice si raggiunge col comma 2 per quanto riguarda i periodi di malattia superiori a 10 giorni (o in ogni caso per il secondo periodo di malattia nell'anno solare).
Si prevede infatti che la certificazione debba essere rilasciata da una struttura sanitaria pubblica. A rigor di logica questo esclude i medici di base (non sono infatti delle strutture), ma anche con gli ospedali la questione é problematica, non credo infatti che i reparti siano titolati a rilasciare certificazioni di questo genere. Restano le strutture del Pronto Soccorso. Ce lo dobbiamo proprio immaginare: viene un raffreddore e il dipendente pubblico che fa? Si reca al pronto soccorso dove ovviamente (e giustamente) deve aspettare che casi ben più gravi vengano trattati prima. Possiamo immaginare i tempi di attesa. Mi chiedo se al Pronto Soccorso abbiano proprio bisogno di un aumento della frequenza di utenti per motivi così banali...

I settori di Università, ricerca e Scuola in castigo, ma nemmeno il resto del pubblico impiego se la cava meglio.
Altri provvedimenti prevedono la possibilità per le Università di trasformarsi in fondazioni, il taglio dei finanziamenti é confermato, il rallentamento delle stabilizzazioni é drastico, così come la sostituzione del turn-over, e come se non bastasse l'intervento nella contrattazione é pesantissimo (art. 67).
Per la contrattazione nazionale di tutti i settori pubblici si fissa il tetto del 1,7% di inflazione come limite massimo per gli aumenti (quando l'inflazione ormai viaggia verso il 3,8%), la contrattazione decentrata viene ridotta ai minimi termini e stretta tra vincoli e obblighi più pesanti che mai. Con l'obbligo di versare allo Stato i risparmi ottenuti con la contrattazione decentrata.

Con buona pace di chi sosteneva il nuovo modello contrattuale, che avrebbe avuto la contrattazione decentrata come punto di forza per migliorare i salari...

In ogni caso per un'analisi approfondita ed una valutazione del provvedimento consigliamo di visitare i seguenti link:

Analisi della FLC (più specifica per i comparti scuola, università e ricerca)

Volantone ragionato della CGIL (più generico, riguarda anche sanità, precari, mutui ed altro)

Link alla pagina della FLC con l'ordine del giorno del Comitato Direttivo Nazionale del 2 luglio scorso

Dal sito della Funzione Pubblica, alcuni spunti in più, anche con delle analisi di carattere economico sulle previsioni del governo in merito all'inflazione e al PIL.

Nelle prossime settimane cercheremo di tenere aggiornato il sito con ulteriori analisi, e informazioni su iniziative ecc.

Matteo Slataper
RSU FLC CGIL Università di Trieste