Passano pochi giorni dall'approvazione del Decreto Legge 112 del 25 giugno e già i ministeri devono correre ai ripari (evidentemente c'é ancora bisogno di qualche fannullone).
Il 4 luglio scorso, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha dovuto infatti diramare un parere sull'applicazione dell'art. 71 (quello sulla malattia di cui si parla più sotto). E' evidente che qualcuno si é accorto della follia di una norma che prevedeva di obbligare tutti i dipendenti pubblici a recarsi presso strutture sanitarie pubbliche per avere delle certificazioni di malattia.
L'impaccio e l'imbarazzo di dover in sostanza rettificare quanto normato pochi giorni prima appare evidente. Gli ultimi tre paragrafi sono illuminanti:
"E’ però necessario per una più completa valutazione del valore formale da riconoscere alla certificazione medica, non utilizzare in termini ermeneutici il solo dato strutturale, e cioè quello relativo all’ente da cui promana la certificazione in esame.
Per una più corretta analisi della problematica è infatti necessario integrare la presente valutazione di alcune considerazioni che attengono il valore documentale che il vigente quadro giuridico riconosce a certificazioni che attestino la temporanea incapacità lavorativa di un dipendente."
In questo passaggio si scomoda addirittura il nobile esercizio dell'ermeneutica per cercare di arrampicarsi sugli specchi e non dover dare del cretino a chi ha scritto quell'articolo.
E più sotto ancora:
"Considerando che, secondo quanto prescritto dalle convenzioni adottate in conformità dagli accordi collettivi nazionali [...]in materia di regolazione dei rapporti fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i medici di medicina generale, questi ultimi sono tenuti al rilascio della certificazione “perincapacità temporanea al lavoro”[...] "
I tanto vituperati accordi collettivi nazionali pare adesso diventino fondamentali per recuperare un po' di buon senso.
Ed ecco il passaggio clou, di involontario umorismo:
"si ritiene che detti medici possano utilmente produrre la certificazione idonea a giustificare lo stato di malattia del dipendente nelle circostanze indicate all’art.71 del decreto legge n.112/2008."
Dovevamo aspettare che il Dipartimento della Funzione Pubblica ce lo spiegasse per capirlo, da soli noi pubblici dipendenti proprio non potevamo arrivarci...
... ma si sa, i pubblici dipendenti sono dei fannulloni e non si affaticano ad utilizzare la testa, ma dei nostri ministri che dire?
Matteo Slataper
RSU FLC-CGIL Università di Trieste
Il 4 luglio scorso, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha dovuto infatti diramare un parere sull'applicazione dell'art. 71 (quello sulla malattia di cui si parla più sotto). E' evidente che qualcuno si é accorto della follia di una norma che prevedeva di obbligare tutti i dipendenti pubblici a recarsi presso strutture sanitarie pubbliche per avere delle certificazioni di malattia.
L'impaccio e l'imbarazzo di dover in sostanza rettificare quanto normato pochi giorni prima appare evidente. Gli ultimi tre paragrafi sono illuminanti:
"E’ però necessario per una più completa valutazione del valore formale da riconoscere alla certificazione medica, non utilizzare in termini ermeneutici il solo dato strutturale, e cioè quello relativo all’ente da cui promana la certificazione in esame.
Per una più corretta analisi della problematica è infatti necessario integrare la presente valutazione di alcune considerazioni che attengono il valore documentale che il vigente quadro giuridico riconosce a certificazioni che attestino la temporanea incapacità lavorativa di un dipendente."
In questo passaggio si scomoda addirittura il nobile esercizio dell'ermeneutica per cercare di arrampicarsi sugli specchi e non dover dare del cretino a chi ha scritto quell'articolo.
E più sotto ancora:
"Considerando che, secondo quanto prescritto dalle convenzioni adottate in conformità dagli accordi collettivi nazionali [...]in materia di regolazione dei rapporti fra il Servizio Sanitario Nazionale ed i medici di medicina generale, questi ultimi sono tenuti al rilascio della certificazione “perincapacità temporanea al lavoro”[...] "
I tanto vituperati accordi collettivi nazionali pare adesso diventino fondamentali per recuperare un po' di buon senso.
Ed ecco il passaggio clou, di involontario umorismo:
"si ritiene che detti medici possano utilmente produrre la certificazione idonea a giustificare lo stato di malattia del dipendente nelle circostanze indicate all’art.71 del decreto legge n.112/2008."
Dovevamo aspettare che il Dipartimento della Funzione Pubblica ce lo spiegasse per capirlo, da soli noi pubblici dipendenti proprio non potevamo arrivarci...
... ma si sa, i pubblici dipendenti sono dei fannulloni e non si affaticano ad utilizzare la testa, ma dei nostri ministri che dire?
Matteo Slataper
RSU FLC-CGIL Università di Trieste
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