Soffermiamoci nuovamente sul decreto legge 112, convertito in legge con voto di fiducia il 5 agosto scorso, prendendo in esame la parte riguardante i lavoratori precari. Cosa prevede la norma approvata? Come si potrebbe declinare nell'ateneo triestino?
Riprendo parzialmente quanto già scritto precedentemente.
Riprendo parzialmente quanto già scritto precedentemente.
L'articolo che incide maggiormente é l'Art. 66 (riguarda il Turn Over)
I primi commi limitano fortemente le stabilizzazioni, costringendo le Pubbliche amministrazioni a rideterminare il proprio organico entro il 31 dicembre 2008. Il turn over è permesso nel limite del 20% delle cessazioni, ma soprattutto cambia il metodo utilizzato per determinare lo stesso.
Di questo 20% il 10% dovrebbe permettere assunzioni da concorsi dall'esterno, e 10% potrebbe essere destinato alle stabilizzazioni, non di più.
I tagli finanziari previsti per gli atenei sono pesanti.
Oggi i fondi di finanziamento statali permettono la gestione in pareggio di bilancio del nostro ateneo (si tratta di circa 106 milioni di euro). Secondo le stime di previsione effettuate dalla nostra amministrazione, nei prossimi 5 anni questi finanziamenti scenderanno progressivamente fino a quota 84 milioni (-22 milioni). Questa cifra non permetterà di coprire nemmeno la spesa per gli stipendi correnti.
Inevitabile chiedersi che ne sarà degli attuali contratti a tempo determinato e delle collaborazioni.
Infatti, se alcuni colleghi sono stati stabilizzati a luglio, altri sono in attesa di stabilizzazione, mentre altri ancora non sono stati inclusi in una graduatoria secondo le norme previste dalla finanziaria 2008. Queste norme permetterebbero di stilare ulteriori graduatorie di stabilizzazione per i precari con contratto di tipo subordinato e aprirebbero una possibilità per quelli che hanno avuto almeno tre anni di contratti di collaborazione.
Crediamo che in merito l'ateneo debba cercare di dare un minimo di speranza anche ad essi. Sia pure nei limiti dei fondi disponibili.
In primo luogo sarebbe opportuno stilare entro l'anno le graduatorie secondo la finanziaria 2008, in maniera da attivare uno strumento che un domani permetta la stabilizzazione.
Inoltre riteniamo sia doveroso attuare una pratica di risparmio, di attrazione di nuove entrate e di programmazione di spesa che permetta di alleviare le difficoltà finanziarie e (in prospettiva) di mantenere in servizio i precari, possibilmente sino alla loro stabilizzazione.
E' infatti evidente che la cessazione dal servizio di tante colleghe e colleghi già inseriti da tempo nella nostra università comporterebbe una dispersione di energie, e la perdita di competenze e capacità professionali nei servizi, nella didattica e nella ricerca.
Questa ipotesi va a nostro avviso scongiurata. In un momento di eccezionale difficoltà, dobbiamo essere in grado di rilanciare l'attività dell'ateneo, coinvolgendo tutte le sue componenti per migliorare i servizi, l'offerta formativa e il dinamismo della ricerca.
Cominciamo con la stabilizzazione dei precari.
Matteo Slataper
RSU FLC-CGIL Università di Trieste
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