venerdì 14 marzo 2008

Contratto Nazionale: l’ARAN pone condizioni inaccettabili

Ieri, a Roma, i sindacati e l’ARAN (l’agenzia che contratta per conto del governo) si sono incontrati per iniziare le trattative sul rinnovo del contratto.
I dirigenti dell’ARAN presenti, facendo proprie le linee guida fornite dal Governo e dalla Conferenza dei Rettori (CRUI), hanno posto condizioni inaccettabili per i lavoratori.
Dietro alla facciata “normativa” di queste condizioni, si nascondono infatti pesantissime conseguenze sul nostro salario.
Analizziamo quali sono gli elementi negativi più importanti, a partire da quelli di carattere generale:

1)Viene ribadito il vincolo finanziario alla contrattazione.
In breve significa che il fondo che finanzia la contrattazione per il salario accessorio dovrà restare fermo al livello del 2004 (come previsto dalla legge finanziaria 2006).
Una cosa inaccettabile, che la FLC-CGIL ha prontamente chiesto di rimuovere. Dovremmo forse pensare che i soldi del salario accessorio che percepivamo nel 2004 bastano oggi a garantire il nostro potere d’acquisto? Dopo 4 anni di inflazione e con la corsa esasperata del prezzo del petrolio? Chi vogliono prendere in giro?

2)Salario accessorio legato alla produttività.
La contrattazione di Ateneo dovrebbe in pratica trattare solo di questo: come “premiare” chi lavora di più, chi ha più merito.
Sappiamo però tutti che questo ha senso se é premiato chi lo merita veramente, ma soprattutto ciò è accettabile solo se la paga base (il cosiddetto tabellare) consente una vita dignitosa anche a chi non ha occasioni per distinguersi.
Come si può misurare la produttività maggiore o minore di un addetto alle portinerie?
Quante volte il “merito” è legato alla intraprendenza del capo ufficio o del responsabile che magari non ha tempo o fantasia per “inventarsi” qualche lavoro extra, per giustificare un aumento di salario? E per quanto riguarda le mansioni in cui si può solo verificare la quantità di lavoro svolto? Vogliamo misurare il nostro lavoro a cottimo?
La CGIL ha chiesto di assegnare l’intero aumento alla paga base e ha chiesto di togliere i limiti finanziari alla contrattazione decentrata.

3)Inquadramento giuridico (ed economico) dei CEL.
La CRUI ha ribadito il suo intento persecutorio nei confronti di questa categoria. Come se le sentenze favorevoli ai lettori della corte europea non fossero mai esistite. In sintesi:
a)Sono e devono restare tecnici-amministrativi, al massimo si potrà creare un’area specifica nel contratto nazionale.
b)Vanno retribuiti in base alla quantità di lavoro svolto (e non in base al tipo di professionalità richiesta): ancora una volta il ritorno del cottimo?
La CGIL ha respinto l’intera impostazione su questo punto: è un atteggiamento punitivo nei confronti di questi lavoratori!

4)Aziende Ospedaliero Universitarie.
I colleghi che vi lavorano possono già ipotizzare l’allontanarsi dell’equiparazione economica con i lavoratori del comparto sanità:
a)il loro inquadramento dovrà essere a “neutralità di spesa” (leggi: “non un soldo in più”)
b)si dovranno rivedere le regole per progressioni verticali e orizzontali. Le regole in realtà ci sono già, come mai si rimette in gioco questo argomento? Si vuole forse tagliare fuori questi colleghi dalle progressioni contrattate a livello locale?

Se il buon giorno si vede dal mattino, ci aspetta una giornata molto dura.
Non basta chiedere più soldi, bisogna anche avere delle precise garanzie su come e a favore di chi saranno destinati.

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